sabato 14 dicembre 2013

Raccolta differenziata: un miraggio?

Con il raddoppio del canone dell’acqua diventa indispensabile ridurre i costi per i servizi al cittadino

Il Duomo di Giarre in una chiave ironica. A cura di M. Raciti (2009)

In questi giorni a Giarre si fa un gran parlare a proposito delle bollette dell’acqua ed il cui raddoppio è palesemente figlia di una distratta amministrazione della cosa pubblica. Tralasciando tutte le dinamiche interne che hanno prodotto tale spropositato incremento, nonché le vicende giudiziarie che vedono l’ex primo cittadino chiamato in causa, argomento principe diventa quello di  ridurre l’ammontare dei tributi locali, che pesano come un macigno sulla testa dei cittadini e delle imprese, attraverso la riduzione della spesa dell’ente e dei costi di alcuni servizi erogati al cittadino come quello della raccolta dei rifiuti. Sull'argomento, mentre dal punto di vista amministrativo lo scorso 31 ottobre sono stati attivati sulla carta gli SRR che, al posto delle ATO, si occuperanno della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti attraverso gli ARO (Ambito di Raccolta Ottimale), dal quello pratico ancora ad oggi non si parla di raccolta differenziata che consentirebbe di abbattere notevolmente i costi anche per il cittadino. A tal proposito, ne abbiamo parlato con l’Architetto Salvo Patané, Vice Sindaco ed assessore con delega all’ecologia al quale abbiamo chiesto quando verrà avviata la differenziata: “dopo la costituzione dell’ARO, coincidente con il territorio comunale - ci spiega il vice Sindaco - sarà possibile indire una nuova gara d’appalto che prevede ovviamente la raccolta differenziata. Abbiamo elaborato con risorse interne all’Ente senza fare ricorso a figure professionali esterne (e con un risparmio medio tra 8/12 mila Euro), un Piano che il funzionario esaminatore nel corso di un mio recente incontro a Palermo ha definito “ottimo”. A giorni attendiamo l’approvazione. Il contraente del nuovo servizio, avrà davanti un Piano che prevede il porta a porta nelle aree centrali della città con una tipologia abitativa che consente d’individuare ad ogni porta un utente, e con ecopunti per le aree di espansione con edilizia plurifamiliare e condominiale. La raccolta differenziata la avvieremo con il nuovo appalto. Prevediamo tra gennaio e febbraio 2014”. A Giarre, quindi l’ARO coincide con il territorio comunale. Come mai la Giunta Comunale, nella fase di costituzione non ha cercato sinergie con gli altri comuni limitrofi per ottimizzare i costi del servizio? L’assessore a riguardo ci spiega: La scelta di camminare da soli, ci è sembrata la migliore dal punto di vista del rapporto territoriale anche in relazione al costo del servizio che in questi mesi siamo già riusciti a ridurre. Altra cosa è invece l’accesso alle piattaforme per la lavorazione e il conferimento del differenziato (in primo luogo vetro, plastica, alluminio e carta), dove le economie di scala dovrebbero essere al centro delle attenzioni delle SRR. L’obiettivo è quello di mettere in moto un’economia basata sul trattamento e la vendita ai vari Consorzi nazionali di filiera del differenziato. Secondo stime di esperti, a pieno regime potrebbero svilupparsi in regime imprenditoriale e/o cooperativistico, parecchie opportunità di lavoro”. Un beneficio per la collettività potrebbe arrivare anche dalla raccolta del cartone depositato giornalmente dalle imprese commerciali e prelevate, da diverso tempo, da persone non autorizzate. In merito Patanè ci riferisce: “L’ATO ha sempre lamentato un danno di parecchie decine di migliaia di euro all’anno per la raccolta “abusiva” di carta e cartone da parte di soggetti non autorizzati. E’ vero; si consideri però che ciò ha impedito il formarsi di discariche incontrollate presso i negozi della città e nei punti nevralgici in corrispondenza delle attività commerciali che con la qualità del servizio che abbiamo conosciuto, non era facile evitare. Con il nuovo capitolato tutto cambierà e la Ditta incaricata prenderà accordi con la filiera commerciale per il ritiro negli orari che si dovranno concordare”. E a riguardo i costi sostenuti dall'ente per il servizio, con la raccolta differenziata si dovrebbero ottenere dei risparmi che potrebbero essere rigirati agli utenti. A quanto ammonterebbe tale risparmio ipotizzando il raggiungimento di una differenzazione superiore al 50%? “A regime stimiamo un risparmio di circa un milione di Euro su base annua. L’entità dipenderà da molti fattori: dai criteri di efficienza e di puntualità con i quali sarà espletato il servizio, dai comportamenti dei singoli nel rispetto degli orari di conferimento e dallo sviluppo di una coscienza ambientale che vede nei Centri di Raccolta Comunali (CCR) e in quelli di riuso, il vero motore della raccolta differenziata”. Purtroppo la questione dei rifiuti a Giarre è sempre stata assai complessa. A proposito dell’isola ecologiche un articolo, comparso quale settimana fa su questa testata, comunicava la scelta dell’ex discarica di Sciara come luogo individuato  dalla Giunta Comunale per la realizzazione dell’isola ecologica. Tale luogo era stato individuato perché prevedeva un iter più breve rispetto al progetto di isola a Treppunti presumibilmente arenato, sin dal  2010 negli uffici della Regione per la Valutazione Strategico Ambientale (VAS). Tuttavia anche le procedure per la realizzazione dell’isola ecologica a Sciara sembrano complesse, tant'è che l’area è soggetta a bonifica; ma prima della bonifica occorrerebbe il finanziamento per la fase di “caratterizzazione” ossia l’analisi dei materiali scaricati negli scorsi anni all'interno dell’area a cui farebbe seguito la fase di “bonifica” vera a propria. A riguardo, il nodo consiste nel fatto che, sebbene la regione sia disponibile a concedere il finziamento, tale non è possibile erogarlo se prima il Comune di Giarre non chiude la fase di messa in sicurezza “formalmente” chiusa nel 2010 ma le cui carte sembrano rimaste inspiegabilmente presso l’ufficio tecnico del nostro comune. Quali le motivazioni per cui tale incartamento non è stato trasmesso? Anche questo vedremo di chiarirlo nelle prossime settimane. 

Armando Castorina

sabato 7 dicembre 2013

"L'Europa deprime la nostra economia! "

"Poteri occulti (ma non troppo) ci ‘guidano’ verso il disastro”

Paolo Barnard durante la conferenza (foto Dario Leotta)
La scorsa domenica 1 dicembre, Paolo Barnard, saggista, giornalista d'inchiesta e conduttore della trasmissione televisiva Report, ha tenuto presso l'aula Magna dell'ITIS Fermi di Giarre una conferenza dal titolo "È un economicidio - Il disastro dell'eurozona e come uscirne" basato sul libro  scaricabile gratuitamente su internet dal titolo “Il più grande crimine”, l’inchiesta, scritta in stile narrativo affinché sia leggibile a tutti pur mantenendo il rigore scientifico grazie alla consulenza di dodici economisti di fama internazionale. Durante il convegno, organizzato dai giarresi Salvatore Lorenzo Patané e Massimo Randazzo con il supporto del coordinamento regionale ME-MMT, sono state esplicitate alcune teorie e scenari, in seno alle scelte politiche attuate in Europa negli ultimi 80 anni volte a garantire il ritorno del potere economico che era detenuto da poche famiglie prima della nascita degli stati moderni. Affinché ciò potesse avvenire si è intervenuto su due aspetti. Il primo rappresentato dalla ideologia: occorreva contrastare e sostituire le idee dei pensatori dell'epoca che evidenziava l’importanza della funzione dello stato come produttore e distributore di ricchezza attraverso la moneta ed in contrasto con chi desiderava il controllo da parte di poche persone. Inoltre si sottolineava l'importanza della finanza funzionale, ossia quella volta a favorire la collettività. I gruppi di potere si mossero per cancellare questa ideologia attraverso il "piano di contiguità" ossia l'intervento nei luoghi in  cui si formava la classe dirigente: ovvero la nascita di entità come le fondazioni, di fatto contigui all'istruzione universitario. Ecco, allora, nascere la neoeconomia, ovvero la riscoperta dell'economia dell'età classica volta a contrastare la centralità dello stato e far si che le banche siano lasciate libere! La neoeconomia tende a formare cittadini apatici, relegandoli al ruolo di semplice consumatore nel periodo in cui è importante consumare e, viceversa, a contenere i consumi nei periodi in cui interessa ridurli. Il secondo intervento è rappresentato invece dalla nascita della 'balla' della comunità europea. Tutto  inizia nel 1957, anno in cui si cerca di gettare le basi per la costituzione per di una confederazione di stati Europei con la scusa di contrastare la nascita di nuovi conflitti per ragioni economiche. Ne segue il percorso che noi tutti più o meno conosciamo e che ha portato alla creazione della moneta unica. Ne è la dimostrazione anche la presenza nella commissione europea di 254 lobby di potere di appena 54 rappresentanti europei eletti dal popolo. In seno alle commissioni nascono i trattati che hanno sovranità rispetto alle leggi nazionali. “Sono certo che nessun politico italiano che ha firmato i trattati anche di 2000 pagine – dice testualmente Barnard -  abbia mai letto il contenuto. I trattati sono spaventosi e dicono che la spesa dello stato deve essere ingabbiata”. Ad esempio nel 1992, il trattato di Maastricht determinò la nascita della moneta unica, la moneta capace di stare al di sopra di tutte le altre monete; successivamente uno dei trattati stabilì che la spesa dello stato non deve essere superiore al 3% del P.I.L. (prodotto interno lordo, ossia di ciò che è in grado di produrre la nostra nazione). Nel 2013 entrò in vigore il "fiscal compact" con l'obiettivo di ingabbiare lo stato nella capacità di legiferare nelle politiche di bilancio. Insomma una serie di trattati hanno fatto si che si traducesse in legge la loro ideologia. Nella visione dei pensatori contrastati dalle famiglia in cerca del controllo del potere attraverso la finanza, lo stato deve mantenere la centralità nella politica di crescita e sviluppo della nazione poiché lo stato ha anche la funzione di creare liquidità attraverso la spesa: lo stato crea moneta ed immette liquidità all'interno dei propri confini per offrire al cittadino e alle imprese di creare ricchezza e poi la sottrae ai cittadino attraverso l'esazione delle tasse; il percorso secondo il quale lo stato tassa per poi dare i servizi non è corretto: prima lo stato distribuisce e poi raccoglie. Lo stato efficiente emette moneta in una quantità superiore all’ammontare delle tasse riscosse, con l'obiettivo, in prima istanza e per un periodo limitato, di creare infrastrutture. Per periodo limitato si intende, il tempo necessario per raggiungere la massima occupazione possibile al fine di evitare spinte inflazionistiche. I trattati come quello del "fiscal compact' invece permettono allo stato anche di prelevare una quantità superiore di tasse rispetto a quanto erogato, così come accaduto nel 1992, quando lo stato realizzò il pareggio di bilancio. Il pareggio di bilancio è nel contempo diventato principio costituzionale in Spagna ed in altri pesi membri dell’eurozona. In situazioni del genere i cittadini per finanziare le proprie attività, anche economiche, sono costretti a ricorrere alle banche per chiedere prestiti o intaccare i loro risparmi. Da qui si può dedurre che il deficit è la ricchezza dei cittadini: in tal senso il 'regime' iniziò a parlare di debito pubblico e non più di debito dello stato, ovviamente per far cambiare, agli occhi del cittadino, la visione nei confronti del debito: non un’opportunità per creare ricchezza ma un peso da contrastare. “Una spesa possibile pari al 3% del P.I.L.  ci rende deboli, incapaci di creare ricchezza, contrastare la crisi proveniente da fuori. Lo stato deve esercitare una politica economica e non una politica monetaria”. Cosa fare allora? Secondo Bernard occorre creare un comitato di liberazione nazionale e fare una denuncia all’ONU. Se necessario, la disobbedienza fiscale, può essere un’arma da impiegare. La BCE deve tornare a farsi esclusivamente garante del debito degli stati membri e non esercitare funzione di politica monetaria. L'Italia non è malato terminale, sono i dati sul risparmio e sulla ricchezza netto sono a dirlo e non è ancora soggetta alla sudditanza come nel caso della Grecia. La nozioni espresse da Bernard in definitiva sono da ritenersi estremamente interessanti poiché sono una chiave di lettura delle dinamiche socio-economiche nonché delle scelte politiche attuate dalla nostra classe politica. Di certo se quanto dimostrato avesse davvero un fondamento, ben difficile sarebbe creare una massa critica capace di arginare o sovvertire il piano ordito da questo “potere occulto” che porterebbe, le future generazione, ad essere artefici di un destino sempre “più controllato”.

Armando Castorina

sabato 30 novembre 2013

“E’ l’ora di svegliarsi!”

L’accorato appello del Presidente Confcommercio Armando Cutuli durante l’assemblea pubblica

Il Presidente Cutuli parla alla sala
“Giarre Sveglia!”, questo il messaggio chiaro ed univoco che emerge tra tutti, lanciato da Armando Cutuli, neo presidente della delegazione giarrese di Confcommercio,  durante l’assemblea generale pubblica dei soci  che si è svolta lo scorso 27 novembre presso la sala Messina. All’incontro, moderato dal giornalista Mario Pafumi, presenti il Sindaco di Giarre e di Riposto, rappresentanti delle forze dell’ordine, delle associazioni di categoria, della società civile e del mondo del volontariato, delle parrocchie; presenti anche i gruppi politici e tutti quei soggetti che operano sul territorio, comprese le banche oggetto, già nei giorni scorsi, di una dura accusa, da parte di Cutuli, perché responsabili di abbandonare la città di Giarre a favore di altri territori. L’invito a svegliarsi, rivolto da Armando Cutuli, uomo pragmatico, esperto del commercio, già presidente di Confcommercio negli anni 80 e negli anni 90, è stato rivolto a tutti i presenti senza nessuna esclusione perché Giarre rischia il declino socio economico e necessita dell’assunzione di responsabilità da parte di tutti, ognuno per il ruolo ricoperto. Dopo la presentazione dei componenti del direttivo, l’apertura dell’assemblea viene offerta ai due Sindaci e al vice direttore di Confcommercio Catania  Francesco Sorbello; a seguire, tocca all’attore Alfio Zappalà l’interpretazione di un passo di Antonio Gramsci tratto da “odio gli indifferenti”, appositamente scelto perché parla della negligenza della classe politica e dell’apatia dei cittadini che non si interessano della cosa pubblica. A proposito della negligenza della politica Armando Cutuli, dopo i ringraziamenti, lancia una stilettata a tutti i rappresentanti politici, a vari livelli, sudditi di forti potentati, incapaci di gestire le sorti di una Nazione, “di dare delle risposte alla gente che sta morendo di fame e con una Caritas in difficoltà che deve sempre più rispondere all'aumentato numero di poveri”; “politici  che hanno permesso che la nostra nazione entrasse in Europa, nonostante l’enorme divario tra nord e sud; l’ingresso dall’estero di prodotti coltivati a livello locale; che hanno consentito in maniera sproporzionata l’apertura dei centri commerciali. In Sicilia Orientale, in particolare, la misura si è persa: quando apre un centro commerciale, lo fa utilizzando agevolazioni che sono risorse della collettività”. “Le aperture provocano di fatto la chiusura delle attività commerciali nei centri cittadini con la conseguente perdita di posti di lavoro, l’impoverimento delle città e dei cittadini, l’aumento del disagio sociale e degli atti criminosi,  l’impennata dei problemi legati alla sicurezza”. Cutuli non risparmia neppure critiche nei confronti dei sindacati che “hanno permesso tutto ciò, ben consapevoli che i centri commerciali creano una falsa occupazione”. Ammmonisce pure le associazioni che dovrebbero proporre iniziative e che non sempre sono capaci di diffondere una cultura qualificata e qualificante. Poi riferendosi all’attività della passata amministrazione locale,  l’ha definita “vergognosa” in quanto “incapace di proteggere il territorio: ci hanno tolto l’ospedale, lo sportello dell’agenzia riscossione tributi l’hanno ridotto in un semplice sportello informazioni; ci hanno tolto il tribunale e l’agenzia delle entrate”. Da qui le accuse del Presidente di Confcommercio iniziano ad apparire come delle proposte e  rivolgendosi agli attuali amministratori di Giarre e Riposto ha detto: “Trovo stupida la divisione di Giarre e Riposto, due centri che contano assieme oltre 42.000 abitanti  e che da anni sono geograficamente uniti. Senza la divisione non avremmo perso i servizi” e poi, riferendosi ai nascenti consorzi dei comuni che sostituiranno le Province, “grande opportunità è rappresentata dal nascente consorzio denominato ‘Jonia-Taormina-Etna’  perché il nostro comune deve essere il comune capofila e ciò ci permetterà di avere numerosi benefici tra cui quella di riacquisire quei servizi che ci sono sottratti e la centralità che mano mano il nostro territorio sta perdendo”. E poi, parlando ancora delle potenzialità del nostro territorio: “Viviamo in zone fertili, abbiamo tante possibilità di sviluppo e non lo sappiamo. Dobbiamo ripartire anche dai prodotti della terra, anche con la creazione appositi consorzi di tutela  e la valorizzazione dei prodotti come le arance e le patate. Le patate di Giarre sono conosciute e vendute con tale denominazione. Dobbiamo inoltre puntare sul turismo, per la nostra posizione geografica e le risorse da sfruttare come l’Etna, lo stile Liberty dei nostri edifici; abbiamo le edicole votive. Dov’è la Pro Loco? Giarre può diventare un centro dell’arte moderna, un centro della cultura e dell’istruzione musicale” Il Presidente infine, rivolgendosi ai propri colleghi fa un appello ai colleghi commercianti invitando a innovare le proprie aziende, ad essere più disponibili nei confronti della clientela e a migliorare nella comunicazione. 
La gremita sala Messina 
Prima della chiusura dell’assemblea uno spazio viene riservato ai presenti; parlano i presidenti delle associazioni che si rendono disponibili ad instaurare un confronto con Confcommercio per contribuire al rilancio del territorio; parla il presidente della Pro Loco-consigliere comunale, raccontando della propria esperienza con gruppi di turisti che porta a visitare le bellezze del nostro territorio, parlano i commercianti che ammoniscono i propri concittadini che preferiscono i centri commerciali ai negozi della propria città, ammoniscono pure i colleghi commercianti nella scelta della classe polica e di non accogliere la propria clientela. Chiude l’incontro il Presidente Cutuli con una battuta che sembra riassumere la direzione della propria presidenza e a testimonianza del ruolo sociale che l’associazione vorrà ancora avere:  “Se la città funziona, funziona il commercio; se il commercio cresce, il commercio dà occupazione ed in tempi brevi”. Grandi aspettative, dunque, sono legate al ruolo di coordinamento che l’associazione dei commercianti potrebbe assumere nei prossimi mesi. Il nuovo direttivo dopo i primi passi di questi giorni, prepara le iniziative in vista delle festività di Natale.

Armando Castorina

martedì 26 novembre 2013

Confcommercio si è armata

Il Presidente Cutuli: “Saremo aggressivi e determinati nel chiedere ed attuare iniziative a favore della città”

Il nuovo direttivo Confcommercio al completo
Dopo otto mesi di vacatio, è stato eletto Armando Cutuli presidente della delegazione giarrese di Confcommercio. L’elezione, nella più importante associazione di categoria che raggruppa le attività commerciali, è arrivata dopo la votazione a maggioranza  di un importante numero di associati. All’assemblea hanno presenziato Francesco Sorbello, vice direttore provinciale di Confcommercio Catania e Mario Russo,  presidente di Concommercio Acireale e componente della Giunta provinciale; entrambi  hanno sottolineato quanto sia importante, per gli imprenditori, camminare assieme soprattutto nei momenti di difficoltà ed hanno evidenziato le sofferenze del comparto commerciale oltre all’importanza e del commercio nella città proponendo agli uditori di  immaginare una comunità senza i negozi. Assieme al presidente è stato eletto anche il direttivo che è cosi composto: Francesco Candido, Salvo Cantarella, Armando Castorina, Gaetano Finocchiaro, Salvo Lizzio, Lucia Pennisi, Orazio Puglisi, Alessandra Raciti.
 Cutuli, titolare del negozio nel centro storico, che è già stato presidente Confcommercio tra la fine degli anni 80 e l’inizio dei 90 e nel periodo a cavallo del 2000, intende svolgere un’azione di sindacato con la finalità di ridare centralità a Giarre rispetto all’hinterland riportando i servizi, come ad esempio la sanità, la giustizia, la riscossione dei tributi di cui la cittadina è stata negli ultimi anni spogliata dall’incapacità e l’indifferenza della classe politca: “Giarre e Riposto sono  il centro di un vasto hinterland – ci dice il neo presidente - e come tale deve offrire servizi fondamentali per il cittadino. Non è un caso che parlo di entrambi i comuni: la mia azione, assieme a quella del direttivo, sarà anche mirata all’unificazione dei due centri che sono geograficamente uniti e complementari per peculiarità ed offerta anche turistica. Sono ben consapevole che alcuni servizi che la nostra comunità ha perso sarà difficile riottenerli ma noi lotteremmo con determinazione per riprenderceli. Come nella foto che abbiamo realizzato non appena eletti, siamo metaforicamente armati fino ai denti, saremo aggressivi nella nostra azione, ovviamente nel rispetto delle regole e dei ruoli. Attraverso queste azioni, riportando Giarre al centro degli interessi, certamente il commercio ne avrà indirettamente un grande beneficio”. “Ovviamente le nostre azioni saranno rivolte anche al commercio e alla sua evoluzione; rispetto al passato è cambiato il rapporto con la clientela e lavoreremo per rendere i negozi più accoglienti”. Cutuli annuncia inoltre un’importante ed imminente incontro “che sarà organizzato dalla nostra associazione dove chiederemo la partecipazione ai nostri soci, alle forze dell’ordine, agli amministratori comunali, ai gruppi politici, alle associazioni socio-culturali, alle altre associazioni di categoria e a tutti quei soggetti pubblici e privati che operano per e sul nostro territorio. Con loro faremo il punto della situazione e chiederò la collaborazione per svolgere tutte quelle attività necessarie per ridare lustro a questa città che merita e che ha ancora grosse potenzialità inespresse. Sottolineo inoltre l’importanza del nascente consorzio dei comuni che sta sorgendo nel migliore dei modi, ossia attraverso la spontanea volontà di aggregazione dei sindaci delle realtà territoriali delle province di Catania e Messina  che guardano al consorzio come una grande opportunità”. A riguardo, infine, l’imminente arrivo delle festività natalizie “sebbene il nostro insediamento  arriva solo a ridosso delle feste, faremo il possibile per offrire agli acquirenti e alla cittadinanza una città accogliente. Prevediamo anche di realizzare un mercatino di natale nelle vie contigue del centro storico, sicuramente più adatte per creare scenari di una suggestiva atmosfera di festa”.


Armando Castorina

venerdì 15 novembre 2013

Il nuovo direttivo si sta Armando!

Confcommercio pronta ad eleggere il nuovo presidente che guiderà le speranze di rilancio del commercio Giarrese!

Armando Cutuli. Il futuro presidente di Confcommercio?
Dopo diversi mesi di vacatio l’associazione Confcommercio eleggerà, lunedì 18 novembre, il  presidente ed il direttivo della più importante sigla sindacale del territorio che rappresenta le attività commerciali di Giarre. La sua elezione arriverà dopo le dimissioni del presidente Gaetano Bonanno e l’autosospensione del presidente Armando Castorina, entrambi allontanatisi dall’associazione di via Tommaso Cannizzaro dopo la loro immissione in percorsi politici in occasione delle recenti elezioni amministrative. L’assenza di un presidente e di un direttivo si è avvertita tant’è che in diverse occasioni, vari soggetti pubblici e privati, amministrazione comunale compresa, hanno cercato un confronto con l’associazione per discutere di proposte e prospettive per il territorio ma in tutte le occasioni hanno trovato la partecipazione del funzionario incaricato o del commissario facente funzioni: è mancato di fatto la figura decisionale e rappresentativa della volontà della base associativa. Il nome che circola in questi giorni, come presidente, è quello di Armando Cutuli, titolare del negozio di abbigliamento in corso Italia. Uomo di grande esperienza e cultura, è appassionato dei numeri che non sono solo quelli della propria azienda ma, in particolare, delle statistiche che  fotografano la realtà sociale ed economica di Giarre, dell’hinterland e dell’intera nazione. Armando Cutuli ha sempre avuto la capacità di percepire gli andamenti e le prospettive del commercio tradizionale (e non solo) e la consapevolezza delle difficoltà patite dalle attività economiche è una delle motivazioni che, dopo diversi anni, lo spingerebbero ad investirsi nuovamente alla guida dell’associazione. Cutuli è stato infatti il Presidente di Confcommercio tra la fine degli anni 80 e l’inizio dei 90 e nel periodo a cavallo del 2000; numerose sono le idee che nel passato ha messo a frutto. Da innovatore, per la prima volta nella provincia di Catania, ha promosso a Giarre l’isola pedonale e l’apertura domenicale. Numerosi gli eventi che molti cittadini ricorderanno tra cui quello natalizio “Omaggio alla Russia”, ovvero la riproduzione di scenari della Russia nel centro storico di Giarre e la manifestazione de “I Sensi di Maggio” e dell’abbinato concorso  “Le balconate in fiori” che, anche con la sinergia di altri soggetti pubblici e privati, hanno trasformato il centro cittadino in un giardino di piante e fiori. Ed ancora alcuni ricorderanno le attività promozionali come il “Vieni gratis a Giarre” che prevedeva il rimborso della benzina a chi acquistava nella piattaforma commerciale. Cutuli è stato fautore della centralità di Giarre rispetto all’hinterland ed il commercio come servizio al cittadino alla stregua di servizi fondamentali tra cui la sanità, l’istruzione, la giustizia, tant’è che molti ricorderanno le sue battaglie condotte per l’apertura dell’ospedale di via Forlanini a Giarre. Certamente di vitale importanza sarà da lui considerato il nascente “libero consorzio dei comuni” che sostituirà gli enti provinciali e aggregherà oltre 30 comuni appartenenti alle attuali province “decadute” di Catania e di Messina, in un territorio che sulla costa partirà da Riposto e finirà a Santa Teresa di Riva, inglobando i comuni della Valle d’Agrò, dell’Alcantara e la zona pedemontana dell’Etna da Randazzo fino a Zafferana Etnea, includendo anche i comuni di Giarre e Taormina. Salvo novità dell’ultim’ora, il direttivo di giovani che presumibilmente sosterrà l’azione dell’esperto Presidente Cutuli sarà composto da Francesco Candido, Salvo Cantarella, Armando Castorina, Gaetano Finocchiaro, Salvo Lizzio, Lucia Pennisi, Alessandra Raciti e Marco Valastro.
Armando Castorina

sabato 9 novembre 2013

Trasparente il palazzo di città?

A pochi mesi dall'insediamento della nuova amministrazione comunale facciamo il punto sulla trasparenza degli atti nel nostro ente.

La pagina del sito web dedicata alla trasparenza degli atti
Le recenti vicende giudiziarie che hanno messo i riflettori sul funzionamento del protocollo generale suggerisce il tema della trasparenza nel comune di Giarre, questione affrontata anche dai diversi gruppi politici durante la campagna elettorale. I candidati Sindaci, in particolare, impegnati nella competizione promettevano maggiore trasparenza negli atti ed una rimodulazione della macchina burocratica, con il trasferimento di competenze tra i dirigenti e lo spostamenti di ruoli nel personale, al fine di migliorare la capacità operativa dell’ente e mettere la parola fine al “chiacchiericcio” che circolava tra la gente a proposito di azioni poco trasparenti condotte da alcuni dipendenti.
Per garantire la trasparenza negli atti, indispensabile è anche il funzionamento del protocollo generale poiché ha la funzione di registrazione e smistamento di tutte le comunicazioni che arrivano o che partono dall’ente, da un soggetto o ente (pubblico o privato). Perché è così importante il protocollo generale? La registrazione delle comunicazioni “fa fede” in caso di controversia giuridica ed il  mal funzionamento  potrebbe favorire la corruzione e consentire, a chiunque operi al suo interno, di alterare le comunicazioni per avere un giovamento personale o garantire gruppi di interessi.
L’importanza del protocollo generale e della trasparenza degli anni nella pubblica amministrazione è evidenziata anche dal legislatore che ha reso obbligatoria la “pubblicazione di atti e provvedimenti amministrativi aventi effetto di pubblicità”  e ha  reso inefficaci le pubblicazioni in forma cartacea. Un’ulteriore adeguamento della trasparenza è arrivato da altri provvedimenti legislativi tra cui il DPR 445/2000 ed il decreto legislativo n° 33 del 14 marzo 2013. Quest’ultimo sancisce in particolare il diritto di accesso civico degli atti al fine di alimentare il rapporto di fiducia tra il cittadino e la pubblica amministrazione (art.1);  tutti i cittadini hanno diritto di chiedere ed ottenere che la pubblica amministrazione pubblichi atti, documenti ed informazioni che detengono, e che, per qualsiasi motivo, non hanno divulgato (art.5). La normativa prevedere inoltre l’obbligo alla pubblicazione tempestiva degli atti sul sito istituzionale, per un periodo di 5 anni (art. 8), dei curricula e dei compensi dei soggetti titolari di incarichi dirigenziali, di collaborazione o consulenza (art. 10), ai titolari e dei familiari dei titolari di incarichi politici (art. 14), del personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato (art. 16) e a tempo (art. 17) , degli eventuali premi al personale (art.20) e molti altri obblighi di altra natura come l’indicazione degli immobili posseduti dall’ente, nonché i canoni di locazioni o di affitto versati o percepiti (art. 30). E’ prevista anche la nomina di una figura che esercita la funzione di vigilanza per la prevenzione della corruzione e che interviene con azioni sanzionatorie e disciplinari in caso di inadempimento (artt. 43-46).
Navigando sul sito del comune di Giarre, ed in particolare nell’apposita sezione “Amministrazione trasparente” si ha la sensazione che tutto sia per come previsto dalla normativa; eppure, per esempio, accedendo ai “Rendiconti di gestione” ci accorgiamo che il dato probabilmente non è ancora aggiornato, oppure entrando nella sezione “Elenchi incarichi collaborazione e consulenza” ci imbattiamo nella voce “pagina in allestimento” e, anche qui, in dati probabilmente non aggiornati. Ed ancora, nessun riferimento viene fatto, a quanto riscosso da chi fa parte della macchina amministrativa né tanto meno sono  presenti i curricula dei professionisti che hanno ricevuto incarichi dall’ente.
Alla luce di quanto emerso consultiamo il nostro primo cittadino, Dott. Roberto Bonaccorsi a cui domandiamo: “cosa secondo Lei manca ancora per adempiere a quanto previsto dalla legge in merito alla trasparenza degli atti nella pubblica amministrazione? Quali i tempi prevede impiegare per l’attuazione di tali dispositivi?”
Il Sindaco, che ci ha risposto con solerzia, fa sapere: “Quando un'Amministrazione civica opera con trasparenza riesce prima di tutto ad instaurare un solido rapporto di fiducia con cittadini, punto centrale nel mio programma elettorale, elemento indispensabile per provvedere al governo di una collettività al meglio e nel rispetto di tutti. Rispetteremo le tempistiche stabilite dalle norme in materia di lotta a corruzione ed illegalità, in particolare dalla "Legge Anticorruzione" del 2012: nel mese di ottobre appena trascorso ho emanato gli atti di indirizzo utili alla redazione del "Piano triennale di prevenzione della corruzione" e del "Programma triennale per la trasparenza e l'integrità" ivi compreso. In questo modo faremo parte di quel gruppo di Comuni che dispongono di un avanzato ed accurato sistema di regole anticorruzione a tutela degli interessi della comunità. Come in altri campi della vita amministrativa e politica della città, va da sé, ci sarà bisogno della collaborazione e dell'impegno di tutti”.
Torneremo sull'argomento tra qualche mese per verificare cosa nel contempo sarà cambiato. A proposito della vicenda giudiziaria menzionata all'inizio di questo articolo, la nuova udienza è stata fissata il prossimo 18 marzo 2014. L’augurio è che, alla fine del procedimento, possano emergere i veri responsabili.

Armando Castorina

venerdì 1 novembre 2013

I 100 Giorni secondo Angelo

Angelo D’Anna leader di Città Viva fa il bilancio sulla prima fase di attività politica e mira a chiarire alcuni punti relativi alle scelte dello stesso movimento.

Angelo D'Anna, il leader di "Città Viva"
I primi 100 giorni dall'avvio della nuova amministrazione giarrese, sono stati scanditi da due appuntamenti: il primo organizzato da Salvo Andò e Salvo Vitale con i propri consiglieri di minoranza; il secondo un’assemblea pubblica organizzata dal Sindaco Bonaccorsi. Il terzo protagonista indiscusso dell’ultima tornata elettorale è stato Angelo D’Anna ed il suo movimento “Città Viva”. Ma chi è Angelo D’Anna, definito dai tanti il vero vincitore morale delle ultime amministrative giarresi? Oggi è un libero professionista, un Legale, esperto nella Mediazione Civile e Commerciale, un Formatore soprattutto in ambito aziendale dove ha maturato importanti esperienze ventennali. Padre di sei figli, è profondamente legato al mondo cattolico con una visione laica e coerentemente rispettosa delle idee altrui. Città Viva è uno dei tanti frutti del suo operare nel sociale e lo incontriamo oggi nel suo studio, a due passi dalla chiesa del Carmine, per rivolgergli alcune domande che riguardano il suo movimento politico nonché associazione denominata, appunto, “Città Viva”.

Il Vostro gruppo politico alle elezioni è giunto terzo. Lei ha avuto ben 3077 mentre la sua lista con i suoi candidati hanno totalizzato oltre 1500 preferenze. Forti di questo importante risultato, come mai non avete cercato un’intesa con un potenziale vincitore per governare la città?
“Chi ha condiviso l’azione di Città Viva sa che abbiamo voluto rappresentare un modo diverso di intendere l’impegno in politica, e questo in molti l’hanno compreso ed apprezzato. Nei lunghi mesi di campagna elettorale ci siamo confrontati con tanti interlocutori “da destra a sinistra” ed è mancato in alcuni di loro il coraggio di dare un forte segnale di discontinuità con il recente passato. Non abbiamo per scelta voluto “poteri forti” che potessero condizionare il nostro agire,  non perché non crediamo ai partiti quale strumento di aggregazione e partecipazione alla democrazia ma perché oggi ce ne sentiamo orfani e restiamo in attesa che all'orizzonte possa emergere a livello regionale e nazionale qualcosa di veramente diverso nei metodi, sia di selezione della classe dirigente che nello stile, nelle idee e nei programmi”.

Qualcuno pensava che Città Viva fosse il partito nato esclusivamente per scopi elettorali. Il suo programma politico è risultato tra i più articolati e, a quanto pare frutto del lavoro di tanti professionisti che hanno condiviso il suo progetto. Cosa mi dice a riguardo? Chi sono stati i vostri elettori?
Città Viva ha messo a frutto molteplici esperienze di impegno professionale, sociale, economico, istituzionale costruendo un Progetto di innovazione e rilancio per la Città, mettendo al centro le Persone ed i loro bisogni a cominciare dai giovani e da chi vive in quartieri dormitorio e ghettizzati dall'incuria e dal disinteresse di chi pensa e sa di doversi confrontare “solo per pochi giorni ad ogni tornata elettorale”. Il nostro Programma è stato il frutto del lavoro di diversi tavoli tecnici attorno al quale si sono ritrovati professionisti, funzionari pubblici, componenti di diverse associazioni, operatori in campo sociale. Noi abbiamo una “Visione complessiva di Giarre”, ogni azione inserita nel nostro Programma era ed è funzionale allo sviluppo armonico della Città. Siamo felici che chi ha compreso la nostra proposta, in ultima analisi, siano stati larghi strati della popolazione che ha ritrovato la voglia di partecipare, di tornare al voto dopo anni ed anni, “affrancandosi” da logiche di estraneità e disinteresse, talvolta superando vincoli puramente clientelari.

Molti parlano di Angelo D’Anna e Città Viva come stampella per l’amministrazione. Cosa vogliamo fare sapere agli elettori e a chi Vi vorrebbe al governo della città?
Ancor prima delle elezioni mi sono state offerte posizioni di peso in giunta da entrambe le parti … vice-sindaco od assessore: sapete com’è andata! Dopo il primo turno, da una parte, con riconosciuta ed apprezzata cortesia e forbito ragionamento, ci è stato proposto di far parte “in massa” della nuova amministrazione. Abbiamo declinato l’invito lasciando ciascuno libero (potevamo fare diversamente?!) di votare secondo propria convinzione e coscienza, ed un’analisi dei numeri può far capire come si è ridistribuito l’elettorato che ci aveva dato fiducia, la maggioranza  del quale comunque ha preferito non esprimersi.  Sul piano politico stiamo valutando con oggettività l’operato del nuovo Sindaco, perché crediamo che sia necessario valutare ogni iniziativa per quello che è e non in base a chi la propone, sia che provenga dalla maggioranza o dall’opposizione in cui responsabilmente ci ritroviamo. Per l’Amministrazione saremo pungolo e stimolo, opposizione responsabile ma estremamente attenta, promotori di iniziative programmatiche utili all’interesse della Città:  giudicheremo in piena libertà sui fatti e sui comportamenti. Sia comunque ben chiaro che per noi i mezzi utilizzati sono importanti tanto quanto i risultati!

Come valuta l’assemblea pubblica organizzata dal Sindaco Bonaccorsi e dalla sua maggioranza?
“Circa l’Assemblea pubblica al teatro Rex, al quale siamo stati espressamente invitati, il Sindaco ha saputo impostare un buon lavoro partendo da macerie di cui buona parte della città ha piena consapevolezza. Un intervento il Suo efficace e tecnicamente ben articolato, nel corso del quale ho riletto tante idee che sentiamo nostre in quanto ampiamente illustrate e pubblicate nel programma di Città Viva! Abbiamo valutazioni diverse su alcune scelte effettuate, quale la scelta dell’isola ecologica che per ampie motivazioni esplicitate nelle scorse settimane avremmo confermato attivato in zona Trepunti come deciso nel 2010 e non a Sciara nell'ex (?) discarica, e la costituzione dell’ARO coincidente con il territorio comunale laddove avremmo visto maggiori sinergie ed economie di scala con la vicina Riposto in prima battuta. Il Sindaco sa che, oltre reciproca stima professionale ed umana, noi guardiamo più alla qualità  che alle "ammucchiate" numeriche. Più si ingrossano le fila dei sostenitori, e così sembra delinearsi il quadro politico cittadino, più restiamo gelosamente "distinti". Nello stile di trasparenza che abbiamo adottato nel nostro agire, se un giorno venissero meno i precari equilibri politici in essere e si ricercasse un nostro diretto impegno nell'interesse superiore della Città, sapremo valutare e decidere non secondo logiche opportunistiche ma secondo i nostri valori di riferimento. E' certo che a noi sta a cuore Giarre e ci piace la politica del fare, è anche il nostro modo di fare politica! Siamo agli inizi, la strada è molto lunga, e ribadisco il Sindaco va visto per ciò che è e fa .... certamente è diverso da molti che lo vezzeggiano e coccolano!”

Città Viva è anche un’associazione fatta di tante persone. Quali sono le attività che le piace ricordare e che intenderà organizzare?
Città Viva è orgogliosa della propria progettualità e della propria capacità di aggregare e di fare Rete con il territorio. Tra le attività attualmente in fase di sviluppo, sul piano politico, mi piace ricordare che nelle ultime settimane abbiamo sensibilizzato e stiamo fornendo ampio supporto tecnico alle amministrazioni in vista  del prossimo superamento delle Province con la nascita dei Liberi Consorzi dei Comuni: un’occasione importantissima per il futuro del nostro territorio, un’opportunità da assecondare ed indirizzare correttamente dando a Giarre un ruolo centrale senza mortificare, ma anzi assecondando, la vocazioni dei comuni che ne faranno parte per omogeneità territoriale, economica e culturale. Ricordo inoltre il lavoro svolto sulla possibilità di introdurre una Moneta Complementare per la quale abbiamo richiesto a diversi Enti e Comuni una manifestazione di interesse a condividere il Progetto. Ed ancora ricordo il recente ed apprezzato “Città Viva Evento 2013”, così come la “Città dei Bambini” già tenuta nell'ottobre 2012 e che prevediamo di riprogrammare nel maggio del prossimo anno. Anche questo evento -come ricordano le cronache di quei giorni- ha segnato un momento di forte coinvolgimento ed aggregazione per grandi e  piccoli, un modello di sviluppo da adottare in senso più ampio per Giarre.

sabato 26 ottobre 2013

Dissesto o riequilibrio finanziario?

I pro ed i contro di una scelta politica per il futuro della nostra comunità

Mi piace pensare all’attività politico amministrativa come il fiume nel deserto, capace anche di mutare il proprio percorso e riportare la vita nel territorio. Come l’acqua nel deserto qualsiasi decisione politica dei nostri amministratori, comprese le scelte in tema di bilancio, ha effetto che si riverserà sul futuro della città e della cittadinanza. Durante la pubblica assemblea dello scorso 12 ottobre tenutasi presso il teatro Rex, l’amministrazione ha affrontato anche il tema della finanza dell’ente e ha annunciato la scelta del  riequilibrio del bilancio per il risanamento. Vale la pena conoscere gli scenari e le prospettive anche nel caso del paventato ricorso al dissesto.
In caso di dichiarazione di dissesto, l’ente “contribuirebbe” al risanamento attraverso l’adozione di provvedimenti eccezionali quali: l’elevazione delle proprie entrate al livello massimo consentito dalla legge dei principali tributi, dei canoni e dei diritti; il contrasto all’evasione; il contenimento di tutte le spese comprese quelle del personale in esubero e dei lavoratori precari che andrebbero in mobilità. In caso di dissesto, inoltre, la commissione di liquidatori, chiamati a lavorare parallelamente alla Giunta, pagherebbero porzioni dei debiti contratti dall’ente nei confronti dei fornitori di beni e servizi (nella misura non superiore al 50%) attraverso l’alienazione del patrimonio e l’accesso al fondo di rotazione, il particolare strumento messo a disposizione dallo stato per assicurare stabilità agli enti che hanno dichiarato dissesto, nella misura di un contributo variabile per  ogni abitante. Ne consegue che anche le aziende o i professionisti che hanno fornito beni e servizi all’ente avrebbero un danno economico. Una volta chiusa la procedura di dissesto il comune ripartirebbe comunque senza alcun debito. Il dissesto economico porterebbe anche delle conseguenze sugli amministratori che, nel caso in cui si accerti che il dissesto derivi da azioni od omissioni, si vedrebbero estromessi dall’attività politica e chiamati ad un risarcimento del danno cagionato nei cinque anni antecedenti al verificarsi del dissesto. A Giarre, in caso di dissesto e accertamento di responsabilità 7 degli attuali consiglieri in carica verrebbero estromessi dall’attività politica.
 Il nostro Sindaco assieme alla Giunta e alla propria maggioranza ha scelto quindi la strada del piano di riequilibrio, chiedendo ed ottenendo in questa fase, di rimodulare il piano precedentemente presentato e votato dalla passata amministrazione e di spalmare il debito per i prossimi 10 anni. Il recupero delle risorse necessarie per coprire i costi per i servizi erogati dall’ente ai cittadini, oltre a quelle necessarie per coprire i debiti, arriverebbe ovviamente sempre tramite il contenimento ed il taglio della spesa, l’alienazione di beni patrimoniali, la maggiore tassazione a carico dei contribuenti e l’attivazione di un regime di spesa di 191 ove non è possibile, per l’ente svolgere nessuna attività ordinaria e straordinaria se non le spese urgenti ed indifferibili. Gli investimenti a favore della collettività, in buona sostanza, non saranno dunque possibili per i prossimi 10 anni, se non attraverso l’impiego di risorse precedentemente impegnate come ad esempio nel caso del progetto della rotatoria di Trepunti il cui finanziamento è stato ottenuto dalla precedente amministrazione. A proposito di bilancio e sulla riduzione del 10% della tariffa sui rifiuti (TARSU) annunciata dal Sindaco durante la presentazione al Rex, si potrebbe anche considerare come un atto dovuto in quanto l’ente negli anni passati, contrariamente a quanto dispone la legge, ha introitato il 110% del costo del servizio. La situazione dell’ente tuttavia appare difficile anche per i contenzioni accumulati dalle precedenti amministrazioni per una pratica diffusa che prevedeva il rinvio delle uscite dell’ente opponendosi ad azioni legali anche quando era certo che l’ente avrebbe perso la causa. Senza dimenticare poi dell’alienazione di beni patrimoniali: ancora si avverte l’eco di gruppi politici e delle associazioni che si chiedevano che fine facessero i soldi derivanti dalla vendita dei beni, compresi i capannoni della zona artigianale.
Alla luce di quanto descritto quale futuro sarebbe stato migliore per la nostra città? Se da un lato il risanamento ingesserà l’attività amministrativa nel medio-lungo periodo, probabilmente la scelta del dissesto sarebbe stata più cruenta. La certezza è che sicuramente nel passato qualcosa è stata fatta male, adesso guardiamo al futuro con la speranza che tutti gli amministratori decidano di andare nella stessa direzione e nell’interesse della comunità. C’è da crederci che lo faranno?

Armando Castorina

lunedì 21 ottobre 2013

L’isola ecologica di Giarre (che non c’è) divisa tra Trepunti e Sciara

Nel tiepido sole di ottobre in città si scalda il clima politico

La bella Giarre, un volta perla dell’Etna, non più ridente ma devastata dai propri figli spregiudicati,  menefreghisti ed ancora presumibilmente impuniti, si desta da un sonno durato da anni; in realtà non sa ancora se deve svegliarsi o rigirarsi nel proprio letto e continuare a dormire in un sonno di tormenti.
Il cittadino distante dal palazzo del governo, avverte che qualcosa sembra cambiato: il Sindaco lavora alacremente, cerca un nuovo rapporto con la cittadinanza ed il riscatto anche con chi, nel corso della campagna elettorale lo ha politicamente e professionalmente attaccato; gli assessori si muovono in sinergia e a supporto del Sindaco per risolvere le emergenze accumulate dal precedente governo. 
Chi segue la politica della nostra città, invece sa che è avvenuto un modestissimo ricambio ed avverte un grosso rischio: il ripristino di quelle dinamiche che poco hanno a che fare con il bene comune. Il quadro politico, in forte evoluzione nelle ultime settimane, fa presagire infatti la creazione di un nuovo gruppo all'interno del consiglio comunale dove uomini cambieranno solo la pelle e tenderanno a formare nuovi equilibri.
In questo contesto di incertezza, di speranze e tentativi di innovazione, il tutto condito e alimentato dalla recessione più grave degli ultimi cent’anni, si torna a parlare anche di gestione dei rifiuti e di isola ecologica.
L’ente comunale, dopo il malfunzionamento delle A.T.O., tenta la strada della gestione diretta nella raccolta dei rifiuti attraverso la costituzione dell’A.R.O, (Ambito di Raccolta Ottimale) ed individua come isola ecologica, l’ex discarica di Sciara, adibita tra il 1977 ed il 1996, a discarica intercomunale dove vi conferivano i rifiuti dei comuni di Giarre, Riposto, Zafferana, Sant’Alfio e Milo.

L'ex discarica di Sciara in una foto scattata qualche giorno fa
L’ex discarica di via Zinghirino nel giugno del 2010 è stata oggetto di lavori per la messa in sicurezza costati circa 385.000 euro. In quell’occasione, l’ex Sindaco di Giarre affermava che attraverso questo intervento venivano rimosse tutte le fonti di contaminazione dell’eco sistema ed eliminati i pericoli di inquinamento delle falde acquifere. Annunciava inoltre il piano di caratterizzazione ed un progetto per il riutilizzo dell’area che, tra le ipotesi formulate, prevedevano un grande spazio verde attrezzato, un centro di smaltimento di inerti autorizzato o l’allestimento di un impianto fotovoltaico.
Mentre venivano svolti i lavori a Sciara, la seduta del consiglio del 31 maggio 2010, approvava il progetto esecutivo dell’isola ecologica individuata  nella frazione di Trepunti con ingresso dalla SS 114, con un costo pari a 2.800.000 milioni di euro. Il progetto a quel punto veniva spedito a Palermo per la Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) dove vi è rimasto fino ad oggi, presumibilmente perché non particolarmente attenzionato dagli ex amministratori.
Le vicende “ecologiche” di Giarre non si esauriscono qui: noi tutti ricorderemo che la nostra città   all'inizio di quest'anno è stata coperta, in diverse occasioni, dalla pioggia di cenere vulcanica ove l’ente a proprie spese ha provveduto, con grandi difficoltà anche di carattere organizzativo e finanziario, alla sua rimozione. 

Lo scarico della cenere vulcanica nel marzo 2013 - livesicilia.it
Con ordinanza sindacale dell’8 marzo l’ex Sindaco indicava nell'ex discarica di Sciara il luogo scelto per lo stoccaggio e comunicava che la stessa, entro sei mesi, sarebbe stata spostata in uno dei centri di recupero. Tutto questo avveniva mentre l’assessore competente, in visita presso il dipartimento energia acqua e rifiuti della Regione, dichiarava di aver trovato la disponibilità ad individuare le risorse necessarie per la caratterizzazione e la successiva bonifica della stessa ex discarica. A quasi 7 mesi da quell'ordinanza, l’area di Sciara è ancora invasa dalla cenere vulcanica ed in attesa della bonifica. Il nuovo assessore con delega all’ecologia Salvo Patané, prevedendo nel rilancio della raccolta differenziata lo strumento per ridurre i costi per la raccolta dei rifiuti con beneficio per la collettività comunica, durante la seduta di consiglio comunale dello scorso 8 ottobre,  ha annunciato di  volersi servire dell’ex discarica di Sciara per la realizzazione dell’isola ecologica. Tale scelta tuttavia, in contro tendenza rispetto a quanto votato nel 2010 dal precedente consiglio, non viene condivisa dal movimento politico Città Viva che esprime le proprie perplessità. Il suo ledear, Angelo D’Anna, infatti dichiara che “la scelta rappresenta un  ripiego che non favorisce il coinvolgimento dei cittadini sulla differenziata”. “In ragione delle esigenze di caratterizzazione e bonifica dell’area - continua D’Anna - l'amministrazione dovrebbe riprendere il percorso che già nel 2010 aveva individuato l'isola ecologica vicina alla zona artigianale di Trepunti, area logisticamente più accessibile, per i cittadini e per gli addetti ai lavori, sia per il deposito che per lo svuotamento del materiale verso i consorzi dedicati”. Angelo D’Anna si dichiara altresì perplesso circa “la decisione di costituire autonomamente l'ARO - Area Rifiuti Ottimale, facendola coincidere con il territorio giarrese”, in quanto “il mancato accordo di collaborazione con Riposto ed eventualmente anche con i comuni vicini, comporterà minori economie di scala e quindi maggiori costi; la sinergia avrebbe inoltre portato a dei risparmi ed innestato quel percorso virtuoso di collaborazione nella gestione dei servizi comuni che, come Città Viva, abbiamo ritenuto una strada imprescindibile per lo sviluppo del nostro territorio”.
A questo punto probabilmente, nella scelta tra i due siti, occorrerebbe metterebbe sulla bilancia le ragioni d’opportunità: i tempi di realizzazione, i costi, e i benefici per la collettività nel medio lungo periodo. Non è detto, tra l’altro, che l’iter procedurale che ha portato all'individuazione dell’area di Sciara come sede dell’isola ecologica, sarà più breve rispetto al progetto di isola ecologica a Trepunti: in politica quando c’è la volontà di fare, si trovano i numeri e gli espedienti, nel rispetto delle regole, per portare le idee a concretizzarsi. La questione verrà discussa nei prossimi giorni anche in consiglio comunale.

Armando Castorina

lunedì 14 ottobre 2013

“Le grandi potenzialità inespresse dalle attività produttive a Giarre e nell’hinterland”

Nonostante le ristrettezze finanziarie, anche le amministrazioni comunali  possono aiutare le imprese locali.

L’imprenditoria in Italia vive uno dei periodi peggiori degli ultimi cinquant’anni.  Oltre alla congiuntura economica, per citarne alcuni, grava la pressione fiscale non più sostenibile anche a causa della riduzione dei consumi e dei guadagni sulle vendite; gli elevati costi del lavoro e della materia prima che ha aumentato i costi della produzione e della distribuzione, a scapito della competitività; la concorrenza sleale per l’assenza anche di una politica protezionistica; l’impossibilità di accedere al credito; l’eccessiva deregolamentazione come la liberalizzazione degli orari di apertura delle attività commerciali e  l’apertura di nuove strutture commerciali che di fatto ha eccessivamente maturato il sistema distributivo.
Hanno pesato notevolmente sull’involuzione socio-economica, soprattutto le scelte della classe dirigente, colpevole di non aver garantito il ricambio generazionale che avrebbe, conseguentemente consentito l’innovazione e la  trasformazione del sistema Italia, che non premia i meritevoli ed invece basato sulle lobby, il nepotismo e le clientele.
Incidono quindi anche motivazioni di natura culturale, ed il sistema politico è maestro nella conservazione degli “status” a danno degli interessi collettivi, della competitività, dell’innovazione e del benessere diffuso. I nostri padri che hanno costruito l’Italia hanno nel contempo imparato a coltivare esclusivamente il proprio orticello, senza badare troppo a quello che succedeva all’esterno e delegando chi della politica ne ha fatto un mestiere per la vita.
Anche Giarre, un po’ meno di altri centri limitrofi, conosce la grave crisi imprenditoriale per le stesse motivazioni  sopra descritte; sussistono tuttavia anche ragioni “locali” come l’eccessiva concentrazione di centri commerciali distanti pochi chilometri, e la disaffezione degli stessi cittadini non sempre consapevoli dell’importanza sociale delle imprese che contribuiscono a fare economia nel territorio. Le attività commerciali ed artigianali giarresi risentono inoltre dei problemi legati ai posteggi e alla viabilità che ostacolano la vivibilità e la fruibilità delle aree commerciali: elevato il rischio di vedersi elevare la multa, per mancata esposizione del tagliando e del mancato rinnovo.
Il fatto che a Giarre si stia meno peggio e che la piattaforma commerciale riesca ancora ad avere un’offerta variegata, non significa tuttavia che la situazione non sia grave: da diversi anni le imprese riducono i propri incassi, e cercano per sopravvivenza, di risparmiare sul sui costi vivi, personale compreso. Tante le imprese che licenziano e chiudono, tante quelle che investono risorse accantonate negli anni d’oro per coprire le perdite registrate a fine anno. Se alla fine del 2011 si verificava, durante l’anno, un lieve incremento delle aperture rispetto alle chiusure e si assisteva ad una riduzione della vita media delle attività presenti sul territorio, alla fine 2012 si registrava bilancio in negativo: le chiusure superavano le aperture.
Eppure basterebbe ben poco per sostenere le aziende: un fisco più equo dove tutte le imprese sono chiamate a pagare i tributi locali (gli evasori della TARSU superano il 30%); un ente che eroga servizi commisurati all’entità della tassa pagata; un ente che sostiene le imprese che investono in  maniera continuativa sul territorio (attraverso sistemi di detassazione alle imprese che attivano processi di ristrutturazione interna o esterna, leggasi anche lavoro per le imprese edili). L’amministratore potrebbe ad esempio anche decidere di incentivare, sotto varie forme, le aziende che decidono di emergere dall’abusivismo o dall’evasione dei tributi. A Giarre occorrerebbe anche incentivare la nascita di nuove attività imprenditoriali e di nuove figure artigianali che sono scomparse o che potrebbero essere richieste sulla base della nascita di nuove professionalità. La creazione di uno sportello unico per le imprese (SUAP) realmente funzionante, attivo utilizzando gli impiegati attualmente in forze all’ente fornirebbe un supporto di sburocratizzazione importante alle imprese esistenti e che vogliono investire nel nostro territorio.  Strumenti come il marketing territoriale che consente, tra le tante, l’analisi dei bisogni dell’hinterland, favorirebbe la nascita di alcune tipologie di attività commerciali e di botteghe artigiane piuttosto che altre.
Ottimo sarebbe stimolare il “consumo etico” che quindi gli utenti comprendessero l’importanza di spendere nelle attività del vicinato: le piccole attività commerciali e le botteghe artigiane creano infatti opportunità di lavoro, contribuiscono alla redistribuzione della ricchezza, alimentano le casse dell’ente comunale attraverso il pagamento dei tributi locali, e contribuiscono alla vivacità visiva delle aree abitate e persino alla sicurezza nel territorio: le imprese commerciali ed artigianali arginano la formazione di sacche di degrado.
Al fine di ottenere il massimo dei risultati dagli interventi programmati, questi andrebbero intrapresi considerando Giarre comune all’interno di un sistema integrato di territorio e soggetti  che possono contribuire alla causa; a tal proposito un ruolo fondamentale, per lo studio,  la proposta di idee, il supporto nella loro realizzazione può arrivare dalla concertazione tra le amministrazioni comunali, il centro per l’impiego con le numerose associazioni di categoria e culturali del territorio jonico-etneo. Un esempio pratico di sinergia è stata “La Città dei bambini”, manifestazione ludica organizzato da 5 associazioni giarresi con la preziosa collaborazione di una quarantina tra soggetti pubblici e private dell’hinterland ed il cui costo realizzativo è stato quasi totalmente autofinanziato.
Non sufficientemente promozionata è l’area artigianale di Giarre che deve comunque risolvere delle questioni interne: attività che non pagano locazione all’ente comunale, non sempre per ragione di natura finanziaria ed una situazione del “condominio” da rivedere, dove l’ente deve garantire ancora dei servizi di base, quali l’arredo e la manutenzione degli spazi verdi.
L’afflusso di utenti nelle aree commerciali va incoraggiato con interventi sulla viabilità; occorre incentivare la rotazione delle auto nelle aree destinate alla sosta attraverso lo strumento del disco orario, favorire la nascita di aree per il transito pedonale, incrementare la presenza di vigili urbani ed il relativo  controllo e la sicurezza. La presenza di utenti, nell’era delle telecomunicazioni va inoltre sostenuta attraverso la creazione di una rete civica che permetterebbe la connessione gratuita ad internet.
L'offerta commerciale ed artigianale può essere valorizzata anche attraverso la creazione di sinergie con la rete museale, i settori della ristorazione e della ricettività (b&b ed agriturismo). Ricordiamo che Giarre è meta del soggiorno di turisti che la individuano come luogo ideale tra Taormina e Catania, il mare e l'Etna, dove è possibile soggiornare a prezzi contenuti. A sostegno del turismo e della fruibilità del nostro territorio occorre intervenire sui i collegamenti. I tentavi di creare le sinergie tra questi settori vanno resi definitivi. Gli utenti che soggiornano a Giarre devono poter acquistare in orari più consoni alla loro vacanza e devono raggiungere agilmente le aree limitrofe con collegamenti dedicati (autobus, treni, taxi). Le tessere del turista, con accordi tra la rete museale e quella commerciale, più volte auspicate anche dalla locale Pro Loco non hanno ancora trovato concreta attuazione. Anche l'idea di far diventare Giarre terminal di alcuni servizi di autotrasporto è una strada da perseguire per agevolare la raggiungibilità di altri luoghi da Giarre.


L'incrocio tra via Callipoli e Corso Italia, il centro pulsante del commercio Giarrese

Sono dunque numerose le leve su cui gli amministratori possono agire per migliorare le condizioni dell’imprenditoria a Giarre. La vecchia amministrazione ha sostenuto la tesi della crisi economica come causa per giustificare la propria incapacità ed immobilità. Ci auguriamo che la nuova amministrazione, seppur figlia della vecchia ma con delle dinamiche apparentemente diverse possa assicurare un cambio di rotta.