mercoledì 23 luglio 2014

“I Grandi paradossi nel sistema imprenditoriale, politico e giudiziario”.

Nonostante le difficoltà del periodo investiamo ancora nel sistema Italia per il futuro delle nuove generazioni


Il centro storico - Cuore pulsante dell'economia Giarrese
Viviamo un periodo denso di grandi contraddizioni. Le maggior parte delle piccole e medie imprese, hanno abbandonato la propria mission, ossia quella dell’utile da reinvestire per la crescita e lo sviluppo del tessuto economico, a favore dell’esclusiva funzione sociale di pagamento degli stipendi di chi lavora al suo interno. Le imprese dunque, a causa delle contrazione dei consumi, sono obbligati a pensare esclusivamente a sopravvivere e percepiscono lo Stato come un socio di maggioranza pur non essendo quest’ultimo né socio d’opera, né socio di capitali. Ciò avviene anche perché lo Stato esige il pagamento di tasse non commisurati alla qualità dei servizi erogati, perché non particolarmente garanti gli equilibri in un sistema eccessivamente competitivo, ed in quanto artefice, tramite il sistema politico, di azioni che agevolano ristretti gruppi di capitalisti (leggasi anche ”poteri”) come la grande distribuzione organizzata ed il sistema bancario. E’ recente infatti l’intervento dello Stato che ha erogato risorse al sistema bancario con l’obiettivo di trasferirlo al mercato del credito alle imprese mentre nei fatti tali somme sono state distratte dalle banche  per coprire i buchi nei propri bilanci creatisi a causa degli investimenti sbagliati. Questo aspetto è particolarmente sentito dalle imprese in quanto nella maggior parte dei casi, i fallimenti delle realtà imprenditoriali avvengono non tanto per deficit patrimoniali e neppure per l’incapacità delle imprese a produrre reddito ma quanto per problemi di liquidità. Altro paradosso che riguarda il mondo delle aziende è rappresentato dal loro spiccato individualismo che raggiunge livelli elevati nei periodi di crisi: piuttosto che creare sinergie strategiche, stringersi attorno alle associazioni, dialogare, cercare assieme le soluzioni, le imprese mettono “i remi in barca”. La disgregazione tra le imprese, così come il diffuso disinteresse di cittadini nei confronti di chi amministra la nostra nazione a vari livelli, favorisce il sistema politico  che la usa a suo favore per creare delle leggi ad “hoc” che gli garantisce la sopravvivenza. E’ il chiaro riferimento alle immunità a cui i  parlamentari ambiscono o a quei tagli che il sistema politico ha attuato nel sistema giudiziario  anche con la scusa di ridurre la spesa pubblica. La conseguenza dei tagli, sono le enormi difficoltà vissute dagli operatori della legalità e dai cittadini che chiedono giustizia in tempi certi. Alla dilatazione dei tempi per giungere al giudizio nei processi, si aggiunge oggi l’incapacità del sistema di pervenire all’accertamento del reato. In un sistema così “vischioso”, è naturale che lo Stato si percepisca come un avversario. Eppure nonostante ciò, è nostro dovere, come operatori commerciali, percepire il bicchiere mezzo pieno e adoperarci al fine di rallentare i processi disgregativi, adattarsi per guidare i cambiamento ed investire, per chi ne avesse ancora la forza di farlo, nel sistema economico. Gettare la spugna in un periodo così complesso equivale ad escludersi dal sistema produttivo.


Presidente Confcommercio Giarre – Armando Castorina

sabato 24 maggio 2014

Doccia fredda sulle attività commerciali del centro storico

La Giarre parcheggi elimina la sosta di 30 minuti

Le tariffe in vigore per la sosta sulle strisce blu
Lo scorso marzo il consiglio comunale ha approvato il regolamento sulla sosta a pagamento negli stalli delimitati dalle strisce blu che prevedeva la riduzione della stessa in caso di mancata esposizione del tagliando e l’eliminazione totale della multa in caso di mancato rinnovo del tagliando. Dopo l’adeguamento al regolamento da parte della società concessionaria, la “Giarre Parcheggi”, anche se avvenuta solo nel mese di aprile, commercianti e cittadini fruitori della piattaforma dei servizi Giarresi, sembravano fare un respiro di sollievo ma da qualche giorno, nonostante che si inizia vivere l’arrivo della bella stagione, è tornato a piovere sul bagnato perché la Giarre Parcheggi ha eliminato la sosta di mezz’ora. In poche parole, l’unica tariffa disponibile sarà quella di almeno un’ora e, sebbene la tariffa oraria sia di 78 centesimi,  chi si fermerà negli stalli a pagamento, dovrà inserire almeno 80 centesimi (dato che il parcometro non torna resto e non gestisce i 2 centesimi). Tutto ciò rappresenta un grave danno per tutte le attività commerciali e di servizio che insistono all’interno del centro storico specialmente quelle in cui gli utenti si fermano per qualche minuto o per esigui importi. Anche l’associazione dei commercianti, che da indiscrezioni a giorni si appresterebbe a nominare, all’interno dello stesso direttivo, un nuovo presidente, interviene con un comunicato a firma dell’intero Direttivo ed “esprime – si legge testualmente – le proprie perplessità circa la scelta della società concessionaria del servizio a pagamento delle aree a sosta contrassegnate dalle strisce blu. Da qualche giorno infatti, come si può evincere dalle apposite segnaletiche verticali poste in prossimità dei parcometri, non è più prevista l’emissione del tagliando di circa 30 minuti che si otteneva con l’inserimento di 40 centesimi. Ora è possibile pagare esclusivamente la sosta di circa un’ora introducendo nei parcometri almeno 80 centesimi”. Francesco Candido, del direttivo Confcommercio, a tal proposito dichiara: ”Ricordiamo che la tariffa oraria, tra le più care della provincia di Catania, è di 78 centesimi  ma giacché le macchinette non accettano i 2 centesimi saremo costretti a pagarne 80”. “L’intero direttivo auspica – così continua il comunicato – che nel giro di qualche giorno la Giarre Parcheggi possa fare retromarcia su questa decisione che appare come una vessazione nei confronti dell’utente ed in particolare nei confronti di chi deve sostare per pochi minuti (si immagini a chi deve acquistare nelle tabaccherie o consumare nei bar) oltre che una ritorsione nei confronti della città per la recente applicazione del regolamento comunale sulle aree di sosta a pagamento. In assenza di una risposta da parte della società concessionaria, l’associazione dei commercianti si aspetta l’intervento dell’amministrazione comunale, nonché dei gruppi politici di qualsiasi colore politico che si sono mostrati, nell’ultimo periodo, particolarmente sensibili nei confronti del commercio ed in particolare a proposito delle questione spinosa “srisce blu” e “multipiano Jolanda”. Confcommercio si riserva inoltre di intraprendere in merito, iniziative a tutela degli interessi della categoria e dei consumatori della piattaforma commerciale”. C’è da aspettarsi che la questione certamente tornerà in aula durante il prossimo consiglio comunale. A Giarre, quindi, la situazione si surriscalda ed il tema delle strisce blu torna ad essere più che mai attuale.

Armando Castorina 

mercoledì 14 maggio 2014

“La delocalizzazione selvaggia dei call center penalizza il lavoro e la ricchezza del paese Italia”

Solo nella provincia di Catania sono  a rischio oltre 9000 posti di lavoro.

Lavoratori "Almaviva" durante una recente protesta
Negli ultimi anni, ed in particolare in questi giorni, il tema del lavoro sta diventando un tema assai sentito. Il lavoro alimenta la distribuzione della ricchezza ed il mantenimento di un’economia virtuosa così come lo sviluppo, impresa e lavoro, sono strettamente correlati poiché senza l’imprenditoria non ci sarebbero lavoro e sviluppo  e viceversa. Anche il territorio Giarrese, da sempre vocato all’attività commerciale ed artigianale risente pesantemente, negli ultimi tempi, dello scarso potere d’acquisto di famiglie e persone che perdono  il lavoro: è evidente che se la gente non lavora non ha risorse da spendere per alimentare l’economia locale costringendo così le imprese a ridurre sempre più la forza lavoro impiegata. E un’emorragia che non conosce ancora lacci emostatici. Per tamponare o porre rimedio alla perdita dei posti di lavoro oggi non basta più incoraggiare le aziende attraverso l’incentivazione volta ad incrementare le assunzioni per i motivi appena menzionati e non sempre utili si rivelano gli ammortizzatori sociali che offrono un momentaneo sostegno ai fuoriusciti dal mondo del lavoro o a chi il lavoro lo sta perdendo. Occorre certamente agire in maniera intelligente, programmando seriamente gli interventi e sostenendo, ad esempio, le iniziative delle piccole imprese offrendo loro l’accessibilità al credito, semplificando le procedure per l’apertura di nuove realtà imprenditoriali, sostenendo le imprese attraverso la detassazione per coloro che dimostrano di investire, attivando anche quella politica protezionistica che nessuno vuole discutere seriamente. A proposito di protezionismo e di lavoro, non si può fare a meno di parlare della delocalizzazione selvaggia dei call center all’estero poiché è un fatto che ci riguarda da vicino, più di quello che possiamo immaginare. Si perché molti di voi non sapranno che oltre 9000 posti di lavoro sono a rischio proprio in tutta la provincia di Catania e che ben 2500 unità sono occupate presso uno dei più importanti call center del sud Italia, “Almaviva” di Misterbianco, all’interno del quale svolgono l’attività lavorativa oltre un centinaio di operatori provenienti proprio dalla nostra area (Giarre, Riposto, Mascali e paesi limitrofi). Si parla di delocalizzazione selvaggia perché aziende  italiane produttrici di beni o di servizio che si avvalgono dei call center per dialogare con la propria clientela, stanno già da tempo riducendo le commesse contrattualizzate in Italia a favore di quelli che nel frattempo sono espatriati all'estero (ad esempio Albania, Bulgaria, Romania) dove il lavoro costa di meno anche per una questione di concorrenza sleale (non sono sempre all’estero sono i diritti dei lavoratori). In questo contesto i sindacati hanno assunto un ruolo importante nella protesta e hanno inoltrato denunce alle Procure, al ministero del Lavoro, al Garante della Privacy, all’Antitrust nei confronti delle aziende (soprattutto italiane) che avrebbero, nell’ultimo anno e mezzo, delocalizzato attività facendosi beffa della legge nazionale. Al centro delle denunce, in particolare la mancata applicazione dell'articolo 24 Bis del Decreto Sviluppo legge n. 83 del 2012, oggi convertito in legge, su "Misure a sostegno della tutela dei dati personali, della sicurezza nazionale, della concorrenza e dell'occupazione nell'attività svolta da call center" e segnalando, ove sussista il caso, l'erogazione degli incentivi pubblici di cui alla Legge 407/1990. Nel mirino c’è anche il mancato rispetto in tema di privacy e del “registro delle opposizioni” (quello che vieta, ad esempio. agli operatori telefonici di contattare clienti che hanno richiesto l’iscrizione a tale registro) da parte degli operatori che lavorano in call cener all’estero. Secondo i sindacati, nessun operatore che chiama da altri paesi, chiede all’utente italiano se accetta o meno una chiamata dall’estero. Il che crea problemi di privacy e protezione dati. La protesta si farà più forte nei prossimi giorni e, dopo le manifestazioni mosse dai lavoratori  nelle scorse settimane nelle varie città italiani, raggiungerà l’apice il prossimo 4 giugno quando si svolgerà a Roma lo sciopero nazionale dei call center. Alla manifestazione prenderà anche parte una delegazione di oltre 200 lavoratori provenienti da “Almaviva” di Misterbianco che raggiungeranno la capitale con il treno e con l’aereo. Tutto si svolgerà per chiedere l’attenzione del governo ed ottenere ancora delle risorse da impiegare per il mantenimento della forza lavoro. Già nel passato lo Stato ha sostenuto i lavoratori del settore introducendo anche le formule di contratti di solidarietà dove l’impresa si impegna a mantenere i posti di lavoro e il lavoratore riduce il numero delle ore prestate. Negli ultimi tre anni, fra sgravi, mobilità, mancato versamento contributi, incentivi e finanziamento della cassa integrazione, il settore dei call center ha incassato dallo Stato 480 milioni di euro, senza però, di fatto, creare nessun nuovo posto di lavoro; anzi, perdendone 15 mila. L’augurio comunque quello che, a seguito la mobilitazione di questi giorni i lavoratori troveranno ascolto e che la politica deciderà di  intervenire diversamente rispetto al passato, magari, con iniziative volte a ridurre il costo del lavoro, ovvero i costi a carico delle imprese per ciascun lavoratore. Sicuramente rispetto alle soluzioni adottate, tipiche della politica assistenzialista e clientelare, che non sempre porta a creare opportunità di sviluppo e lavoro, la riduzione del costo del lavoro rappresenta uno dei pochi modi per rendere competitivo il mercato del lavoro, arginare il ricorso all'estero ed attuare uno strumento di vera politica protezionistica. Esistono in realtà altri strumenti che si potrebbero impiegare per contribuire al contrasto del dilagare della delocalizzazione; uno di questi è il “consumo etico” ossia chiedere ai clienti che contattano il call center di essere gestiti esclusivamente da quelli italiani ma probabilmente ancora siamo lontani dal comprendere l’importanza e la forza di questi strumenti per proteggere il lavoro e l’economia locale e nazionale.

Armando Castorina

domenica 4 maggio 2014

“Anche Giarre è Happy nel mondo”

Su You tube il nuovo video virale Happy nato sul social network e che vede la partecipazione di oltre 100 comparse reclutate attraverso facebook

Happy non è solo un noto brano di Pharrel Williams ma da diversi mesi è molto di più: è la colonna sonora che accompagna un fenomeno che ha raggiunto livelli inimmaginabili a livello mondiale e sottolineato dal sito internet wearehappyfrom.com che raccoglie al momento ben 1502 video provenienti da 139 nazioni (il dato è in continuo aggiornamento). Anche Giarre dallo scorso giovedì 24 aprile ha il suo video happy realizzato grazie all’intraprendenza dei giornalisti Giarresi Mario Previtera e Gabriella Leonardi e di Isidoro La Spina con la partecipazione di diversi utenti riunitisi inizialmente sul social network facebook.  Al progetto hanno preso parte il B&B Bonanno, le famiglie Bonaventura, collezionisti d’antiquariato che espongono nell’ex Pescheria, la palestra Tao Fitness, i ragazzi delle frazioni di Sciara, Trepunti, Macchia, Carrubba; il montaggio è stato invece curato da Mario Previtera, Andrea Belfiore, Massimiliano Siracusano, Salvo Maccarrone. L’iniziativa è stata supportata dai gruppi Alé Giarre e Niente Limiti. Il video Happy Giarre – rimarca Mario Previtera - ha l'intento di trasmettere puri momenti di felicità, immortalandoli in giro per la città di Giarre, nei luoghi più suggestivi: dallo storico quartiere Camposanto vecchio con le sue caratteristiche stradine, alla maestosità di piazza Duomo, passando per le vie commerciali Callipoli e corso Italia; piazza Carmine, lo stadio di atletica, la rivitalizzata villa Margherita, le scuole, i quartieri popolari, il mercato del Contadino, l'ex pescheria e ancora: le frazioni di Sciara, Carruba e Macchia. Un rammarico: si potevano inserire altre location della città. Anche se lo scopo non era quello di promuovere Giarre turisticamente ma trasmettere un messaggio di giovialità. Gente positiva. L’esperienza per questo  progetto è stata comunque positiva. Tutti hanno partecipato con entusiasmo, consapevoli del messaggio da veicolare all’esterno”. In merito alle curiosità sul video sempre Mario Previtera ci dice: “Per al realizzazione del video ci sono voluti circa tre giorni. Il grosso delle riprese è stato effettuato in occasione del raduno in piazza Duomo. Per il montaggio, l’assemblaggio e la scelta delle immagini ci sono voluti circa sette/otto giorni. Determinante è stato l’utilizzo di un software innovativo attraverso il quale è stato possibile sincronizzare gesti, suoni e immagini”  Happy Giarre – ci dice invece Gabriella Leonardi – è solo l’ultima delle iniziative cittadine lanciate dal profilo Facebook Alè Giarre, tutte volte a valorizzare la città e la sua identità. Non ignoriamo i problemi né il fatto che di questi tempi c’è poco da essere contenti: lo spirito di questo video è quello di esprimere il nostro desiderio di felicità, qui dove siamo e insieme a chi vive accanto a noi. Senza contare che, involontariamente, questi video sono dei piccoli spot promozionali di ogni città. Abbiamo voluto coinvolgere quante più persone possibili, molte delle quali sconosciute. Non ci è minimamente sfiorata l’idea di metterci in competizione con altre città, anche se abbiamo visto quali errori fatti da altri dovevamo evitare. Al contrario, lo spirito che ci ha mosso era quello di essere presenti, insieme alle altre città, a questo movimento globale”. “Happy – continua la giornalista – per me è come una foto nell’album di famiglia. Spero che, nel suo piccolo, serva per restituire un pizzico di entusiasmo a chi l’ha perso e un po’di spensieratezza a tutti, che non guasta mai”.  Il video, dopo la promozione su questa testa e dopo l’opportuna valutazione dei webmaster, oltre ad essere presente sul sito internet mondiale, weharehappyfom.com è anche indicizzato sul sito internet wearehappyfromitaly.com ed è sottoposto alla votazione degli internauti. Dunque un vero fenomeno sociale che evidenza la nascita di nuove tendenze, dove le persone si ritrovano davanti la tastiera del proprio pc, smartphone o tablet, realizzano delle cose sul piano reale per tornare a condividerle sulla rete. Cosa ci aspetta dunque nel futuro dell’era della comunicazione sociale? nonostante la sensazione sia quella che siamo ormai prossimi al confine delle idee e dell’ immaginabile, nella realtà l’uomo riesce sempre più ad innovare e a sfornare fenomeni  nei contesti in cui opera e vive, facendosi beffa della crisi,”.

Armando Castorina

mercoledì 23 aprile 2014

La “Giarre Parcheggi” si adegua. Giarre liberata dalla morsa delle strisce blu.

Dall’inizio di questa settimana non è più sanzionato il mancato rinnovo del tagliando mentre viene ridotta a 25€ la multa per mancata esposizione del tagliando.

Diventa operativo a tutti gli effetti il regolamento comunale recentemente approvato dal Consiglio comunale di Giarre. Da questa settimana sembrerebbe infatti che gli ausiliari del traffico, su direttive della società concessionaria “Giarre Parcheggi”, si siano adeguati a quanto dispone il nuovo regolamento comunale che, tra le tante, ha introdotto la nuova tariffazione per le multe elevate per la mancata esposizione del tagliando (da 41€ passa a 25€ in linea con quanto previsto dal Codice della strada), mentre non sarà più possibile punire gli utenti che dimenticano di rinnovare il tagliando per la sosta. Rimane, in entrambi i casi, l’obbligo da parte dell’utente, di provvedere al pagamento di 7,80€ a titolo di “tariffa evasa”. Si tratta di un importante alleggerimento per gli utenti ed i fruitori del centro storico, la fine di un “dramma” evidenziato da diversi anni dalla locale associazione dei commercianti “Confcommercio”, che a giorni si appresterebbe a rientrare dallo stato di agitazione proclamato verso la fine del mese di febbraio di quest’anno, mentre il presidente Cutuli dichiara: “Adesso la sanzione è meno vessatoria. È una vittoria per i cittadini ed un ringraziamento va all’attuale Consiglio comunale!”. Tra gli artefici del regolamento che è stato lungamente discusso (l’approvazione è arrivata dopo circa cinque mesi dalla proposta votata dalla Giunta che prevedeva per il ticket scaduto una ulteriore sanzione di 10 euro che il Consiglio ha eliminato) tra i consiglieri durante le riunioni delle commissioni riunite congiuntamente in diverse occasioni, il presidente della V Commissione Salvo Camarda ed in particolare i consiglieri della minoranza Tania Spitaleri e Gabriele Di Grazia che, oltre ad aver avanzato la proposta di modifica hanno pressato affinché il regolamento recepisse le numerose sentenze nazionali di giudici che prevedevano l’annullamento della multa per mancato rinnovo del tagliando sulle strisce blu e si adeguasse ad i successivi pareri ministeriali. Probabilmente tale regolamento non è stato ben accolto dalla Giarre Parcheggi che è impegnata, sin dal 2012, in azioni risarcitorie nei confronti del Comune di Giarre reo, secondo la concessionaria dei parcheggi, di varie inadempienze contrattuali e che, per ogni multa elevata, come previsto dal contratto di concessione sottoscritto qualche anno addietro, dovrebbe incassare 6,00 euro per ogni multa elevata ma questa è un’altra storia.

giovedì 17 aprile 2014

Il Comune di Giarre pioniere delle nuove regole sulle strisce blu

Nei prossimi a Giarre diventeranno operative le nuove regole sulle strisce blu e si potranno variare o annullare  i verbali elevati dalla concessionaria dei parcheggi

Il Comune di Giarre a tutti gli effetti di legge diventa il comune precursore per l’attuazione delle nuove direttive definite recentemente dal ministero delle infrastrutture e dei trasporti in merito all’applicazione dell’art. 7 del codice della strada ed in particolare per ciò che è previsto in merito alla multa elevata in caso di mancato rinnovo del tagliando per la sosta sulle strisce blu. La nuova circolare diramata dal ministero a seguito l’accordo raggiunto, qualche giorno fa, durante il vertice tra i ministri dell’Interno, Angelino Alfano, e dei Trasporti, Maurizio Lupi, con il sindaco di Torino, Piero Fassino, in qualità di presidente dell’A.N.C.I. (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), prevede che “la regolamentazione della sosta è competenza dei Comuni che ne definiscono le modalità con un proprio atto”. Ed in tal senso il regolamento del Comune di Giarre parla chiaro, anzi introduce delle importanti novità che finalmente vanno incontro al cittadino. Non sarà infatti più multabile il mancato rinnovo del tagliando scaduto (precedentemente il trasgressore pagava 25€), mentre passa da 41€ a 25€ la multa per la mancata esposizione; l’utente potrà ovviamente usufruire anche dello sconto del 30% effettuando il pagamento entro 5 giorni (in attuazione della legge di conversione del “Decreto del fare” del 2013). Permarrà il pagamento di € 7,80 a titolo di tariffa evasa, il cui importo rimane un’anomalia Giarrese poiché, secondo quanto previsto dalla legge, la Giarre Parcheggi potrebbe solo richiedere il pagamento del periodo di sosta eccedente (e non la tariffa per l’intera giornata). L’ultimo atto formale che permetterà l’applicazione del regolamento comunale sulle strisce blu sarà la notifica ufficiale da parte del Comando della Polizia Locale alla sede legale della Giarre Parcheggi Srl a Caltagirone (l’atto è stato già notificato presso la sede operativa di Giarre). Pertanto se la società dei parcheggi non vorrà adeguarsi a quanto dispone la legge nazionale ed il regolamento comunale, la Polizia Locale potrà, in autotutela, ridurre a 25€ tutti i verbali elevati per mancata esposizione del tagliando ed annullare tutti i verbali elevati per mancato rinnovo del tagliando sulla sosta. A riguardo, il Comando della Polizia Locale attraverso la dichiarazione fornita dal Dott. Salvatore Di Paola, Ufficiale capo servizi dell’ufficio violazioni, infortunistica e verbali, interviene per conto del Comandante Dott. Cannavò. “Riguardo la legittimità delle contravvenzioni al C.d.S in caso di ticket scaduto di validità, con nota n. 15552 del 19/04/2013 il Comando della Polizia Locale ha diffuso la circolare n. 370 del 15/01/2013 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Detto Ministero ha comunicato che la sanzione di cui all'art. 7, c. 15 del Codice non può essere applicata contrariamente a quanto indicato dal Ministero dell’Interno con circolare del 26/02/2003 e che, ‘in caso di omessa corresponsione delle ulteriori somme dovute, l’ipotesi prospettata di applicare la sanzione di cui all’art. 7 comma 15 del C.d.S, non è giuridicamente giustificabile, in quanto l’eventuale evasione tariffaria non configura violazione alle norme del Codice bensì una inadempienza contrattuale’. La competenza in materia del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – continua Di Paola – è sancita dallo stesso Codice della Strada che, all’Articolo 7 c. 1 lett. f), con riguardo alle aree  destinate al parcheggio dei veicoli la cui sosta è subordinata al pagamento di una somma, prevede che le relative condizioni e tariffe siano fissate in conformità alle direttive dell’ex Ministero dei lavori pubblici oggi Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Il Comando di Polizia Locale ha perciò approntato idoneo Regolamento per l’utilizzo dell'attività dei parcheggi non custoditi gestiti dalla Società Giarre Parcheggi, Regolamento che è stato recepito dall’Amministrazione, esaminato e modificato dalle apposite commissioni ed infine approvato con Verbale del Consiglio Comunale n. 18 del 18/03/2014. Di fatto, il Comune di Giarre risulta veramente pioniere delle nuove regole sulle strisce blu. Infatti, conformemente a quanto recentemente deciso dai ministri Angelino Alfano e Maurizio Lupi nonché dal sindaco di Torino Piero Fassino, quale presidente dell’Anci, il Comune ha regolamentato la sosta definendone le modalità con proprio atto deliberativo, condividendo contestualmente la disamina della tematica svolta dal MIT ed i pareri emessi in tal senso, pareri peraltro condivisi dal Servizio della Polizia Stradale del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. In atto, perciò, non risulta alcuna situazione di conflitto interpretativo con il ministero dell'Interno. L’anzidetto regolamento, all’Articolo 10, prevede la contestazione dell’infrazione al codice della strada ex art. 7 c. 1 lett. f) e 15 nel caso di omessa esposizione del tagliando di pagamento sanzionato con euro 25,00 (anziché 41,00), l’obbligo del personale addetto a tollerare il tempo necessario per la regolarizzazione del ticket da parte dell’utente e, nel caso di in cui la sosta si protraesse oltre l’orario corrispondente all’importo pagato, la sola tariffa evasa che verrà recuperata a parte. Il verbale è stato già notificato alla sede operativa locale della Giarre Parcheggi ed in corso di notifica presso la Sede legale di Caltagirone. L’ufficio di Polizia Locale ha inoltre trasmesso apposita nota con la quale, nel rafforzare quanto già intimato nel 2013, nuovamente prega la Giarre Parcheggi di impartire le appropriate disposizioni al personale dipendente promuovendo, contestualmente, un incontro formativo ed operativo con gli Ausiliari della Sosta per un approfondimento della tematica al fine di evitare inutili e costosi contenziosi giudiziari. Va da sé che l’ufficio opererà un attento controllo sulla legittimità degli avvisi consegnati dal personale ausiliario evitando di notificare contestazioni prive di fondamento giuridico e, in ogni caso, le eventuali opposizioni saranno rimesse al vaglio dell’Autorità competente. Si rammenta infine che il famoso parere e quanto scaturito in conseguenza non è retroattivo (solo la Corte Costituzionale può intervenire retroattivamente), serve (ed è servito) per determinare il comportamento da seguire in futuro”. Il nostro giornale Vi informerà non appena diventerà operativo a tutti gli effetti il nuovo regolamento comunale.
:Armando Castorina

mercoledì 16 aprile 2014

La Segretaria del movimento politico “Città Viva” querelata da un consigliere comunale

L’Avvocato Orazio Scuderi “reagisce” all’intervista rilasciata all’emittente Prima TV e querela Sara Giuffrida  

La querela alla segretaria del movimento di Citta Viva, Sara Giuffrida, è un punto di arrivo rispetto alla vicenda che il nostro giornale ha già trattato negli scorsi mesi. La questione ha inizio lo scorso 16 gennaio ed è quella dei capannoni dell’area artigianale concessi all’associazione artigiana ULA-CLAAI senza una regolare formalizzazione. Per la mancata risposta alla mozione da parte dell’amministrazione comunale, Città Viva alza il tiro ed annuncia, durante il civico consesso della scorsa settimana, di ricorrere alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti nell’interesse della collettività. In consiglio accade l’impossibile: oltre all’intervento  di Orazio Scuderi che con forza accusa Città Viva di voler strumentalizzare la vicenda per attaccare personalmente il Presidente dell’associazione artigiana, in aula tutti i componenti della minoranza, prima della votazione lasciano alla spicciolata l’aula mentre la maggioranza presente  vota compatta contro la mozione di Città Viva. Al consiglio comunale segue un’intervista rilasciata da Sara Giuffrida a Prima TV che attraverso le telecamere dell’emittente locale risponde al consigliere Scuderi parafrasando alcune sue affermazioni utilizzate in consiglio. A questo punto scatta la querela del consigliere Scuderi. Proprio ieri a tal proposito interviene Città Viva con un comunicato in cui informa con trasparenza e coerenza e nell’interesse della cittadinanza giarrese, che a seguito dell’intervista rilasciata sull’emittente Prima TV del 10/4/2014 da parte del proprio Segretario politico, Sara Giuffrida, la stessa è stata querelata dal consigliere Orazio Scuderi, tra i consiglieri più anziani e già assessore in passate recenti amministrazioni”. “Il segretario di Città Viva – continua il comunicato – ha esercitato, a nome del Movimento, il proprio legittimo diritto di replica e di critica politica alle gratuite e pesanti dichiarazioni che lo stesso Scuderi aveva reso in seno al Consiglio sulla mozione promossa da Città Viva sulla zona artigianale. Più che mai unito e coeso, il Movimento Città Viva valuterà le azioni consequenziali da intraprendere nelle sedi opportune, e sosterrà sempre con Libertà le proprie opinioni nel pubblico interesse e per l’affermazione del senso di Giustizia in cui fermamente crede”. Come dicevamo la querela è un punto di arrivo, ma sicuramente, secondo quanto riferisce “Città Viva” attraverso il comunicato, un punto di partenza, visto e considerato che ancora una riposta alla vicenda non è giunta ed oggi il movimento si trova a rispondere ad un atto di accusa (la querela n.d.r.) che ha una natura giuridica di rilevanza penale.

Armando Castorina

sabato 12 aprile 2014

Intervista al Sindaco di Giarre e a tre avvocati che sottolineano l’importanza dell’Ufficio del Giudice di Pace

Bonaccorsi “Stiamo cercando una soluzione condivisa”; Patané, Grasso, Di Luca Cardillo: “Si attivi la collaborazione tra i Comuni per il mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace”
Come abbiamo già annunciato diverse settimane fa, l’Ufficio del Giudice di Pace a Giarre sarà mantenuto a condizione che i comuni si facciano integralmente carico di tutte le spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia compresi il reperimento dei locali e la fornitura del personale amministrativo mentre le spese dell’amministrazione giudiziaria quali i compensi dovuti ai magistrati onorari e le spese per la formazione iniziale del personale comunale fornito dall’Ente Locale rimarranno a carico dell’amministrazione giudiziaria. L’Ufficio ha fino ad oggi garantito un presidio di giustizia e rappresenta l’ultimo rimasto nell’hinterland dopo la chiusura del Tribunale di Giarre. Ad oggi è esiguo il numero dei comuni che hanno formalmente comunicato di voler far parte del costituente consorzio tra i comuni che si farà carico dei costi dell’Ufficio di Giarre. L’importanza dell’Ufficio questa volta è stato sottolineato da tre giovani avvocati che hanno rilasciato delle dichiarazione per la nostra testata:  l’Avv. Andrea Patané, che ha lo studio a Giarre, dichiara che “bisogna dare atto all'amministrazione del Comune di Giarre, così come a quelle di Riposto, Sant'Alfio e Piedimonte Etneo, di aver colto l'importanza di mantenere un Ufficio Giudiziario, quale quello del Giudice di Pace, che nell'esperienza maturata, dalla data della sua istituzione ad oggi, ha fornito una risposta efficiente e concreta alla risoluzione delle controversie rientranti nella sua sfera di attribuzione. Non a caso le materie ad esso demandate dalla legge sono notevolmente aumentate nel corso degli anni. Sarà adesso importantissimo che i comuni su cui ricade la competenza dell'Ufficio, e quindi anche quelli che in una prima fase non si sono interessati al suo mantenimento, si organizzino al più presto, di concerto tra loro, per garantirne un efficiente funzionamento". L’avvocato Andrea Grasso che ha invece lo studio a Riposto, rimarca l’importanza del mantenimento dell’ufficio ed auspica la collaborazione tra gli enti comunali: " La conferma del Giudice di Pace di Giarre è stata una notizia tanto positiva, quanto attesa. Adesso sarà però necessaria una fattiva collaborazione tra gli enti comunali interessati affinché, soprattutto con l'invio di personale aggiuntivo alle pochissime unità oggi in forza all'Ufficio (dalla settimana scorsa sono rimasti in due, n.d.r.) questi possa realmente funzionare". L’avvocato Carmelo Di Luca Cardillo, con studio a Mascali ci dice: ”l’attuale amministrazione comunale di Giarre ha certamente il merito di aver contribuito al mantenimento di un servizio essenziale per i cittadini qual’é quello della giustizia proprio in un momento in cui, data la generale crisi di valori e di servizi in cui viviamo, lo Stato, in modo “insensato” ed “irragionevole”, ha eliminato il Tribunale di Giarre e, quindi, quella che suole definirsi giustizia di “prossimità”. Oggi, però, la circostanza che le amministrazioni locali interessate e, soprattutto, quella di Giarre che ha il compito (dal momento che l’Ufficio del Giudice di Pace  trovasi proprio ubicato sul suo territorio) di guidare il processo di normalizzazione ed il suo concreto funzionamento, non si siano ancora trovate intorno ad un tavolo tecnico (anche sotto forma di conferenza dei servizi), così da stabilire regole certe sugli stanziamenti di bilancio e, soprattutto, sulla risorse umane da assegnare all’Ufficio, potrebbe azzerare il traguardo già raggiunto. Infatti, aver ottenuto la non soppressione dell’Ufficio, ma non garantire poi allo stesso la possibilità di funzionare correttamente, equivale di fatto alla sospensione di un servizio con ciò che ne deriva in termini di disagio per i cittadini”. “Da ex consigliere comunale – continua l’avvocato Di Luca Cardillo – “mi ero occupato della relativa problematica tanto che, difatti, la passata amministrazione del Comune di Mascali aveva posto in essere gli atti di adesione richiesti per legge. Ritengo che anche l’attuale situazione dell’Ente (in stato di commissariamento) non possa far venir meno l’interesse del Comune di Mascali al mantenimento della struttura dell’Ufficio del Giudice di Pace e spero, quindi, che anche i Commissari prefettizi (per la sensibilità che dovrebbero possedere in merito al ruolo istituzionale ricoperto), diano sostegno all’iniziativa ed al Sindaco di Giarre”.   Sullo stato di avanzamento dei lavori per la creazione del consorzio, attività indispensabile per garantire il mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace  abbiamo interpellato il Sindaco del Comune di Giarre, Roberto Bonaccorsi il quale ci ha dichiarato: “Abbiamo fatto il possibile per evitare la chiusura del Giudice di Pace e siamo riusciti a non privare il nostro territorio di un presidio essenziale di legalità. Adesso però è necessario trovare una soluzione condivisa sul piano della sostenibilità economica: è chiaro che il Comune di Giarre da solo non può farsi carico di tutte le spese. Siamo già il maggior "contribuente", sostenendo i costi di personale e affitto; abbiamo allora prospettato ai Comuni vicini che usufruiscono del servizio un piano per la ripartizione dei costi, non trovando per adesso la disponibilità di tutti. Ritengo allora, da questo punto di vista, che sia necessario trovare una convergenza tra tutti i Comuni, i cui cittadini rientrano nella circoscrizione del Giudice di Pace, per condividere proporzionalmente i costi di gestione del presidio. Abbiamo già avviato la necessaria riduzione della spesa, organizzando il trasferimento dell'Ufficio nell'edificio del nuovo tribunale”.
Armando Castorina

mercoledì 2 aprile 2014

Arriva il depotenziamento dell'Ufficio del Giudice di Pace

Imminente trasferimento  a Catania di due dipendenti che svolgono sevizio presso l’Ufficio del Giudice di Pace

Domani 3 Aprile due dipendenti ministeriali che svolgono servizio presso l’Ufficio del Giudice di Pace di Giarre, in ottemperanza alla circolare ministeriale del 26 marzo 2014 verranno trasferiti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania. Il trasferimento del personale dipendente del Ministero della Giustizia è un atto dovuto e rientra nella logica di quanto dispone l’articolo 3, comma 2 del decreto legge 156/2013, che prevede il mantenimento degli Uffici del giudice di pace con costi a carico degli enti locali. Per questo motivo, l’amministrazione comunale Giarrese, sebbene abbia ricevuto parere favorevole da parte del ministero della giustizia per il mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace, sarà sicuramente impegnata in un atto indispensabile per scongiurare la chiusura dell’Ufficio che potrebbe avvenire il prossimo 29 aprile e cioè la formazione della pianta organica che prevederà il reintegro di 5 unità del personale, visto che dopo, il trasferimento di domani, rimarranno presso l’Ufficio del Giudice di Pace solo un funzionario ed una contrattista a tempo parziale. Un ulteriore segnale positivo sembrerebbe comunque arrivare dalla vicina Mascali: parrebbe che la Commissione Prefettizia intenda partecipare al costituente consorzio dei comuni a cui hanno già aderito,  oltre a Giarre, Riposto, Piedimonte Etneo e S. Alfio. Inoltre parrebbe che il comune di Riposto abbia già comunicato il nominativo di una unità del proprio personale dipendente per essere trasferito presso l’Ufficio del Giudice di Pace di Giarre.


Armando Castorina 

sabato 29 marzo 2014

Il giudice di pace rimarrà a Giarre a condizione che…

Intervista a Gianni Zagaglia e ad Angelo D’Anna a proposito del mantenimento dell’ufficio del giudice di pace.

Gianni Zagaglia
Dopo la chiusura del Tribunale a Giarre, giunge a firma del neo ministro della Giustizia Orlando, il Decreto di mantenimento di 285 Uffici del Giudice di Pace, tra cui anche quello di Giarre, con l’obbligo, da parte degli Enti Locali interessati, a farsi integralmente carico di tutte le spese di funzionamento e di  erogazione del servizio giustizia compresi il reperimento dei locali e la fornitura del personale amministrativo; restano a cario dell’amministrazione giudiziaria unicamente i compensi dovuti ai magistrati onorari e le spese per la formazione iniziale del personale comunale fornito dall’Ente Locale. Il funzionario Giudiziario, Gianni Zagaglia è tra coloro che si sono battuti per evitare la chiusura dell’ufficio di Giarre, ed è stato anche il promotore di una raccolta di oltre 700 firme consegnate all’inizio del 2013 al Sindaco Sodano per l’invio al Ministero della Giustizia dell’istanza per evitare la chiusura dell’ufficio. Zagaglia, a proposito del mantenimento, ci dichiara: “E’ questa una grande vittoria del 1° cittadino di Giarre, Dott. Roberto Bonaccorsi, il quale nella campagna elettorale amministrativa del maggio-giugno scorsi aveva lanciato un appello a tutti i candidati sindaci ed anche a quelli dei Comuni dell’area Jonico-Etnea per unire le forze in difesa dell’Ufficio del Giudice di Pace di Giarre dal rischio di chiusura, essendo la città di Giarre il naturale baricentro di un territorio che non poteva permettersi di perdere questo primario ed essenziale presidio”. “Lo stesso Bonaccorsi – continua Zagaglia – sotterraneamente nelle opportune sedi istituzionali romane ed alla luce del sole nel corso di diversi incontri avuti col Presidente del Tribunale di Catania Dott. Bruno De Marco ha lavorato tanto e brillantemente per la non chiusura dell’Ufficio Giudiziario Giarrese e per il suo futuro prossimo trasferimento nelle sede dell’ex Sezione Distaccata del Tribunale di Giarre chiusa dal Settembre scorso nell’ambito della revisione delle circoscrizioni giudiziarie”. “E’ altrettanto importante sottolineare – continua il Dott. Zagaglia – che già alcuni mesi prima che fosse promulgato il decreto ministeriale, ho coinvolto attivamente sul tema l’Avv. Angelo D’Anna, Presidente del movimento politico “Città Viva” e candidato Sindaco alle ultime elezioni amministrative nel corso delle quali ha ottenuto un brillantissimo successo elettorale; D’Anna ha preso subito a cuore la delicata vicenda e l’ha seguito passo a passo, incontrando nel mese di gennaio, insieme alla dott.ssa Rosaria Giuffrida, Segretario Politico di Città Viva, il dott. Giuseppe Berretta, già Sottosegretario alla Giustizia dal quale è stata confermata la positiva istruttoria propedeutica al mantenimento del Giudice di Pace di Giarre”. Nelle scorse settimane, ancor prima dell’ufficializzazione, Zagaglia insieme a D’Anna hanno avuto presso il Palazzo di Città di Giarre un cordiale incontro con il Sindaco Bonaccorsi, nel corso del quale, sono state affrontate e discusse diverse  tematiche inerenti l’argomento, tra le quali, oltre  la questione organico e l’adesione formale degli altri Comuni del Circondario, si è auspicata, ove possibile, anche l’istituzione, all’interno del Giudice di Pace, di un Ufficio notifiche, cosi come è presente nella sede centrale di Catania ed in qualche altra sede. Lo stesso Sindaco era già a conoscenza dell’esito positivo che avrebbe dato il Ministro. Mancava soltanto l’ufficialità
Angelo D'Anna
“Per completare il processo e dare un servizio efficiente già dalla fine di aprile p.v., diventa a questo punto urgente – ci dice Angelo D’Anna, leader di Città Viva – la convocazione di un nuovo tavolo tecnico da parte del Sindaco di Giarre con i Sindaci dei Comuni che hanno già aderito con formali deliberazioni (oltre Giarre, abbiamo Riposto, Piedimonte Etneo e S. Alfio) e con quelli degli altri Comuni che ancora non hanno aderito ma che, per competenza territoriale, fanno riferimento a Giarre e cioè Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Calatabiano, Milo ed anche Linguaglossa il cui ufficio è stato soppresso”. “Ciò è necessario – continua D’Anna – poiché occorre completare e formare  entro le prossime settimane la pianta organica dell’Ufficio giudiziario giarrese che dovrà essere composta da 5 unità: un Funzionario Giudiziario, un cancelliere, un assistente giudiziario, un operatore giudiziario ed un ausiliario da nominare. Saranno 7 in totale se sarà operante all’interno dello stesso l’Ufficio notifiche. La formale adesione è altresì necessaria per evitare possibili aggravi economici a carico solo dei Comuni aderenti che potrebbero essere chiamate comunque a garantire il servizio innescando potenziali contenziosi tra gli stessi Enti”. L’adesione al confermato Ufficio da parte di questi Comuni sarebbe auspicabile anche perché tutti i cittadini dell’hinterland giarrese usufruirebbero così di un servizio essenziale che, in caso di mancata adesione, potrebbe vederli costretti a rivolgersi o nella sede centrale del Giudice di Pace a Catania, con gli inevitabili aggravi economici e disservizi che tutto questo comporterebbe, o come detto, a maggiori oneri a carico degli Enti aderenti con possibili contenziosi. “E’ per tutto questo che – conclude il Dott. Zagaglia – un appello accorato e con la certezza di non sbagliare è rivolto ai Sindaci dei Comuni di Fiumefreddo di Sicilia, Calatabiano, Milo, Linguaglossa ed all’eminente commissione prefettizia del Comune di Mascali affinché si facciano in tempi brevissimi tutti gli adempimenti necessari anche per far parte dell’istituendo consorzio dei comuni. I cittadini di questi comuni sicuramente non capirebbero il contrario, mentre sarebbero indubbiamente grati dell’evolversi positivamente di questo ampliamento detto. Un ringraziamento va anche al All’associazione Giarresi Avvocati (A.G.A.), a tutti i consiglieri  comunali  e di maggioranza e di opposizione che hanno avuto un ruolo importante in questa vicenda. Il loro interessamento ora per l’istituendo consorzio sarà  gradito da tutti i fruitori del servizio giustizia”.

Armando Castorina

sabato 8 marzo 2014

“La spazzatura messa a nudo”

Cosa è previsto nel costo della spazzatura oltre al ritiro e allo smaltimento dei rifiuti? Perché paghiamo così tanto? Viaggio all’interno dei  costi della tassa più amata dai Giarresi!

Rappresentazione grafica dei costi per il servizio sui rifiuti
La proposta di deliberazione n°52 del 23/09/2013 ha determinata l’ammontare della tariffa TARES 2013. Ricordiamo che la TA.R.E.S. è la TAssa sui Rifiuti Ed i Servizi, attraverso il quale l’Ente comunale chiede ai cittadini di contribuire per coprire il costo per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e per mantenere il decoro nelle strade. La nuova tassa, che ha preso il posto della TA.R.S.U. – Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani – prevede infatti che il cittadino, oltre a pagare la quota per la copertura dei costi per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, partecipa, dallo scorso anno, pure alla copertura dei costi per i  servizi cosiddetti “indivisibili” (pubblica illuminazione, polizia locale, anagrafe, la manutenzione del verde pubblico e delle strade) di cui 30 centesimi al mq, riservati allo stato. (introdotta dall’art. 14 comma 13 D.L.201/11). Il costo sostenuto per la fornitura del servizio nell’anno 2013 è stato di ben 5.670.000,00€ (+17% rispetto al 2012) ed è così composto: costi di spazzamento e lavaggio strade ed aree pubbliche € 589.848,50, costi di raccolta e trasporto Rifiuti Solidi Urbani € 757.547,31; costi di trattamento e smaltimento Rifiuti Solidi Urbani € 988.932,01; altri costi € 505.032,77; costi della Raccolta differenziata € 1.514.762,40; costi del trattamento e riciclo € 60.677.07; personale € 411.907,81; acquisti di beni di consumo € 4.550,00; quote inesigibili € 538.994,18; interessi passivi € 11.341,44; costi d’uso del capitale € 105.754,80; agevolazioni e riduzioni € 100.000,00. 
Il dettaglio dei costi sul servizio dei rifiuti
Leggendo tali somme e rapportandoli con il servizio ricevuto dalla città, forse è lecito indignarsi un po’? Sorprendono parecchio gli oltre 589.000 euro  per la pulizia ed il lavaggio delle strade, specialmente se consideriamo che sono escluse dal capitolato le aree periferiche della nostra cittadina e che in alcune strade sono presenti sporcizia di ogni genere, sterpaglie e cespugli, compresi arbusti che sono diventati alberi sui bordi delle carreggiate. Nel computo sono previsti anche oltre 1.500.000,00 euro per la raccolta differenziata ed oltre 60.000 euro per il  riciclo; chiunque si chiederebbe: “Ma quale raccolta differenziata se da oltre un anno non si fa, nonostante che qualche responsabile dell’ATO in liquidazione abbia dichiarato diversamente?”. Forse il dato raggruppa il costo per la raccolta e lo stoccaggio degli ingombranti? tra l’altro tale servizio, ad un certo punto del 2013, è stato pure sospeso! Forse si riferisce a qualcos’altro e che al cittadino comune sfugge? Fatto sta che nel tentativo di fare chiarezza, analizzando i costi del servizio, vengono fuori altre domande a cui non è semplice sempre avere delle risposte. Per questo motivo torneremo sull’argomento.

Armando Castorina

sabato 1 marzo 2014

I residenti di contrada Rovettazzo dovranno ancora "arraggiarsi"?

Giunge l’attesa risposta da parte dell’amministrazione ai residenti dell’area ma non si conoscono ancora i tempi certi per la risoluzione dei loro problemi.

Una fossa senza recinzione che avrebbe dovuto accogliere un palazzo
Una vecchia segnalazione presentata presso l’ufficio protocollo del Comune di Giarre dai residenti di via Damiani Lanza e via Rovettazzo risalente al 16 maggio 2012 è approdata in consiglio comunale lo scorso 12 dicembre u.s. per voce del consigliere comunale Patrizia Lionti appartenente al gruppo politico “Città Viva”.  Il consigliere comunale, ribadendo l’assenza di risposta da parte della precedente amministrazione comunale guidata dall’allora Sindaco Sodano, si è fatta portavoce delle richieste dei cittadini che lamentano ancora – come si legge dal documento presentato durante l’attività ispettiva – “la mancanza di segnaletica orizzontale e verticale, l’insufficienza di cassonetti per il conferimento dei rifiuti, la massiccia presenza di erbacce e rovi di estese dimensioni e la conseguente e assoluta mancanza di pulizie delle vie”. 
L'insufficiente ed approssimativa segnaletica verticale
Il documento redatto dai residenti, si segnalava “inoltre, lo stazionamento di mezzi pesanti di grosse dimensioni, che nello svolgere operazioni di carico scarico delle merci, hanno provocato evidenti danni al manto stradale e alle annesse grate per la raccolta delle acque piovane e ciò – unitamente alla mancata pulizia dei tombini che, ormai intasati, non raccolgono efficientemente l’acqua piovana – causa, così, un pericoloso allagamento delle strade”. Ed ancora, la presenza di “una pseudo siepe, le cui dimensioni sono tali da impedire la visuale sia agli automobilisti che ai pedoni che attraversano entrambe le parti della carreggiata; dell’esistenza di un enorme scavo, non adeguatamente protetto per evitare pericoli, e di un serbatoio di accumulo d’acqua per uso cantiere, mai utilizzato e lasciato incustodito che, è anche causa dell’insalubre proliferazione di zanzare ed insetti vari”. Si denunciava inoltre l’assenza di controlli e vigilanza da parte della polizia locale.

I residenti costretti a tagliare da sé alberi cresciuti sul margine della careggiata
L’attività ispettiva sollecitava l’amministrazione comunale “ad intervenire con prontezza e con modalità adeguatamente risolutive” anche perché in tutti questi anni (le prime segnalazioni risalgono già all’anno 2003) i residenti hanno dovuto autonomamente, e a proprie spese, arginare gli effetti sorti a causa dell’incuria, senza poter intervenire sulle cause: hanno tagliato alberi cresciuti ai margini della carreggiata, tagliato i rovi che infestavano i marciapiedi, provveduto  alla derattizzazione e alla bonifica delle aiuole abbandonate! Lo scorso 18 febbraio è arrivata finalmente la risposta all’attività svolta dalla consigliera di “Città Viva” firmata dall’attuale Sindaco Bonaccorsi il quale allega una nota a firma del tecnico capo servizio Rompineve e di Russo, dirigente della IV area. 

Le siepi sono ormai troppo alte ed ostacolano la vista 
A proposito della mancanza di segnaletica stradale si legge che la manutenzione compete agli uffici preposti “facenti parte a quest’area in base alle risorse annualmente disponibili e alla programmazione collegata per l’intero territorio comunale. Resta inteso che in mancanza di provvedimenti, la materia è regolata dal codice della strada”. In merito all’insufficienza di cassonetti l’ufficio rimanda al rientro a regine del servizio di raccolta dei rifiuti che avverrà “nel momento in cui si svolgerà la nuova gara per il servizio ambientale e quindi la localizzazione dei nuovi preside di raccolta”.

La villetta pubblica abbandonata di via Marianna Coffa
"Per quanto attiene ai danni alle grate di raccolta acque piovane – si legge ancora sulla nota – si è accertato, a seguito sopralluogo, che le stesse in atto non costituiscono pericolo per la pubblica incolumità, mentre la mancata pulizia (intasati da materiale vario), si fa rilevare che tutta la zona edificata, facente parte di un piano di lottizzazione, è stata dotata della rete per lo smaltimento acque meteoriche, che in atto non è allacciata ad alcuna rete primaria perché inesistente nella zona”. "Per quel che attiene alle siepe lungo lo spartitraffico di via Rovettazzo, sarà cura di quest’Area provvedere in tempi adeguati, alla sua manutenzione”. Infine circa il controllo e la vigilanza del territorio, ovviamente si legge che spetta alla Polizia Locale”.

In via Lanza rovi invadono i marcipiedi ed i cassonetti risultano insufficienti
Il documento consegnato alla consigliere Lionti non risponde tuttavia in  merito ai rovi che, provenienti dagli attigui terreni, invadono i marciapiedi e che possono provocare, come avvenuto già nel passato, lo scoppio di incendi; niente viene detto in merito al profondo scavo non recintato presente ai margini della via Rovettazzo; nessun riferimento si fa rispetto al serbatoio d’acqua, lasciato incustodito, che è causa del proliferare di insetti vari. E’ chiaro che  probabilmente vi è una responsabilità dei privati verso tutti gli altri aspetti per il quale l’ente non risponde, ma è altresì vero che, in presenza di un pericolo per la collettività, dovrebbero intervenire gli amministratori comunali attraverso il personale addetto e sollecitare l’eliminazione dei pericoli, prima con le apposite determine e poi, qualora non bastassero, con interventi mirati e diretti ai privati inadempienti, compreso quello di intervenire con mezzi propri del comune ed addebitare poi i costi al cittadino.  Detto questo una  cosa è certa su tutte: stante la risposta le aspettative dei residente dovranno ancora attendere prima di essere accolte. 

Armando Castorina

Articolo pubblicato sul Gazzettino del 01 marzo 2014, disponibile anche sul Gazzettino On line

martedì 25 febbraio 2014

Arriva anche a Giarre la “Zona Franca Urbana”

“Detrazioni fiscali anche per le imprese di nuova costituzione e l’imprenditoria femminile”

La ZFU di Giarre interessata dalle incentivazioni
Le Zone Franche Urbane sono state al centro dell’incontro organizzato dal Comune di Giarre con la collaborazione dell’ordine dei Dottori Commercialisti e degli esperti contabili di Catania e tenutosi, lo scorso 17 febbraio 2014, presso il Teatro Rex di Giarre. Presenti in sala numerosi dottori commercialisti e rappresentanti delle imprese commerciali di Giarre. All’incontro sono intervenuti il Presidente dell’ordine organizzatore, Sebastiano Truglio, il Sindaco di Giarre, Roberto Bonaccorsi, il consigliere dell’ordine Sebastiano Impallomeni, che ha anche moderato gli interventi dei commercialisti Fabrizio Leotta e Cateno Maccarrone; presente anche Santo Sciuto, il direttore Territoriale del Credito Siciliano che ha firmato un protocollo di intesa con i comuni della provincia di Catania (Aci Catena, Acireale, Catania e Giarre) interessati dal provvedimento legislativo. Nel corso dell’incontro sono stato spiegate cosa sono le Zone Franche Urbane (Z.F.U.) nonché tutte le procedure da attivare per aderire al bando: la Z.F.U. è intesa come una pozione del territorio urbano caratterizzato da un significativo disagio sociale, economico ed occupazionale nella quale vengono previsti delle particolari esenzioni fiscali con obiettivi legati prevalentemente alla coesione e promozione sociale, quindi anche la creazione di opportunità di sviluppo ed occupazione. La Zona Franca Urbana di Giarre è definita da un’apposita cartografia e riguarda tutta l’area EST del territorio; sono inglobate anche una buona parte del centro storico, la zona di Viale Libertà e tutta la cosiddetta “zona PEP”. I soggetti beneficiari sono aziende di micro e piccola dimensione già costituite alla data di presentazione dell’istanza, regolarmente iscritte al Registro delle Imprese e che hanno un ufficio o un locale destinato all’attività, anche amministrativa, all’interno della Z.F.U. I fondi assegnati a Giarre ammontano a € 6.211.567,45€ di cui il 30% è riservato alle imprese di nuova e recente costituzione (15%) e alle imprese femminili (15%).  Le istanze potranno essere presentate on line, presso l’apposita sezione del sito internet predisposto dal Ministero dello Sviluppo Economico, nel periodo compreso tra il 05 marzo ed il 23 maggio di quest’anno; non sarà assegnata alcuna priorità in funzione dell’ordine di arrivo delle domande. Le agevolazioni riguardano l’esenzione dalle imposte sul reddito (IRPEF, IRAP, IRES), dai tributi sugli immobili dove viene esercitato l’attività (IMU) e l’esonero dal versamento  dei contributi sulle retribuzione da lavoro dipendente. Tale incentivazioni saranno disponibili per un periodo che varia da uno a dieci anni e comunque fino ad esaurimento dei fondi. Per l’esiguo ammontare delle risorse  ed il numero dei soggetti beneficiari coinvolti si presume un esaurimento delle risorse assegnate nel giro di pochi anni. Il Comune di Giarre, ha reso disponibili già da diversi mesi, i provvedimenti legislativi e la cartografia sul sito istituzionale www.comune.giarre.it (il link della ZFU si trova sul lato destro in basso nella homepage). Anche l’associazione dei commercianti Confcommercio di Giarre sarà a disposizione per fornire un supporto informativo alle aziende che lo richiederanno. Apposite FAQ sono altresì disponibili sul sito del sopracitato ministero.

Armando Castorina

domenica 23 febbraio 2014

Sulla spazzatura solo promesse. “Spazzate” dal vento?

Luci ed ombre sulla tassa sui rifiuti, la più “amata” dai Giarresi, tra le più alte d’Italia.

Sul finire dello scorso anno i cittadini Giarresi hanno fatto i conti anche con la tassa sui rifiuti del  2013 nonostante che nello stesso anno avessero finito di pagare quella del 2012. L’ente comunale tuttavia ha inviato delle richieste di pagamento meno elevate rispetto alle precedenti così come previsto dalla delibera del consiglio comunale (nn. 86 del 29/11/2013) ed annunciato dal Sindaco Bonaccorsi durante la pubblica assemblea del 12 ottobre u.s. Tale riduzione doveva ammontare al 10% e prevedere inoltre il rimborso proveniente dai precedenti pagamenti per il quale l’ente comunale ha incassato di più (il 110%) rispetto al costo totale del servizio. Nella realtà l’amministrazione comunale ha dovuto rimandare tale rimborso all’aprile di quest’anno e l’importo della bolletta si è abbassato esclusivamente in quanto sono stati eliminati dal computo la maggiorazione e l’addizionale “EX ECA” che gravavano rispettivamente di un 5%, quindi in totale il 10% che veniva aggiunta sull’ammontare della tassa sui rifiuti; i minori incassi saranno tuttavia  recuperati dall’aumento dell’addizionale IRPEF. I costi per metro quadro sono quasi i medesimi e tra i più alti d’Italia: ad esempio 4,35€ al metro quadro per le abitazioni, 8,50€ al mq per negozi di generi non alimentari, 16,81€ al mq per supermercati ed ipermercati, 18,66€ al mq per i pubblici esercizi che somministrano bevande. Nel 2013, tuttavia la tassa sui rifiuti (TARSU) è diventata tassa sui rifiuti e sui servizi (TARES) in quanto ai cittadini è stato richiesto, in più rispetto al passato, di contribuire sui cosiddetti servizi “indivisibili” (pubblica illuminazione, polizia locale, anagrafe, la manutenzione del verde pubblico e delle strade) per una quota pari a 30 centesimi al mq, riservata allo stato (introdotta dall’art. 14 comma 13 DL.201/11). Tutto ciò accade a Giarre mentre, dalle cifre ricavabili dal bilancio di previsione 2013 recentemente approdato e votato dal consiglio, aumenta ancora leggermente per l’ente il costo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti (da 4.693.641,65€ del 2012 siamo passati a 4.808.250,00€ nell’anno 2013); il dato sulla lotta all’evasione appare invece basso ed invariato negli ultimi due anni: appena 50.000,00€ nell’ultimo biennio, rappresentano poco più dell’1% del costo del servizio, un’inezia se consideriamo che nel nostro territorio esistono oltre 29.000 unità abitative ed appena 14.000 utenti che ricevono la bolletta (da questo dato sono pure escluse le imprese e si desume quindi un congruo numero di utenti non conosciuti dall’Ente). Inoltre Giarre, per diverse motivazioni di natura tecnica, ha ricevuto due K.O. sul piano dei rifiuti da parte della Regione e pertanto continua a non disporre del piano e di un’isola ecologica; da sottolineare ancora l’assenza di collaborazioni ricercate con le città attigue che permetterebbe di ottimizzare i costi e condividere delle aree;  così il servizio di raccolta di rifiuti, da parte dell’attuale gestore, è stato prorogato fino al prossimo aprile e  non si conosce ancora una data certa, ma solo delle presunzioni, per l’inizio della raccolta differenziata. Ecco perché, visto l’attuale panorama, ci si potrebbe chiedere quali speranze di riduzioni della tassa si potranno garantire nell’immediato futuro al cittadino. Intanto l’effetto “contemporaneo” di questa situazione è l’impossibilità del cittadino di conferire rifiuti differenziati o ingombranti presso la vicina isola ecologica di Riposto in quanto tale servizio è ormai riservato ai soli residenti del comune marinaro. Pure il servizio di raccolta degli ingombranti risulta sospeso ormai da mesi. Causa della situazione è certamente la cattiva pianificazione della gestione dei rifiuti da parte di chi ha amministrato nel passato la nostra città; certo, nel presente la situazione non migliora, e quindi, se nel nostro territorio proliferano anche delle micro discariche, non diamo la colpa solo ai cattivi costumi dei concittadini.

Armando Castorina

mercoledì 12 febbraio 2014

Un futuro all’ “Ospedale” di Giarre.

Epiminonda: ” con un team di esperti per un ospedale che si avvicini alle esigenze del cittadino”

Torna a riunirsi a Giarre la Rete delle associazioni. Il primo incontro è avvenuto nel mese di dicembre dello scorso anno presso la sede dell’associazione politica “Città Viva”, mentre l’ultima si è riunita lo scorso 29 gennaio presso la sede dell’Associazione “L’Agorà”. Tema degli incontri l’ospedale di Giarre  che è tornato al centro degli interessi non solo delle associazioni che li hanno ospitati ma anche delle altre associazioni radicate ed operanti sul territorio e che nel passato hanno già operato per la conservazione del presidio ospedaliero: “Insieme….Persone”, “Tribunale per i diritti del malato”, “Centro Promozione Famiglia”, “A.V.U.L.S.S.”, “Confcommercio”, “Esonemea” e “Riprendiamoci La Città”; quest’ultima punta ad avere un ruolo operativo e di coordinamento all’interno della nuova Rete delle Associazioni. Angelo D’Anna, leader di “Città Viva”, che in Rete ha già condotto, da numerosissimi anni, una lotta  in difesa dell’ospedale, ci spiega che l’oggetto del contendere sarà il nuovo Piano Sanitario Regionale che prevederebbe un ulteriore accorpamento di strutture ospedaliere ed una rimodulazione dei posti letto. “In particolare – ci dice D’Anna – il piano penalizza ulteriormente il Presidio Ospedaliero di Giarre, che passerebbe dai previsti  101 ai  53 posti letto per acuti, con un potenziale aumento da 16 a 32 posti letto per lungodegenza. L’Ospedale di Giarre che, in seno al Distretto Sanitario 1 di cui fa parte con Acireale, dovrebbe svolgere la sua funzione di Area Medica con soli due reparti, Medicina e Geriatria, perdendo Cardiologia e non attivando Neurologia, senza contare gli impatti ulteriormente negativi sul già lacunoso Pronto Soccorso. La mancata previsione di posti in Riabilitazione rendono l’Ospedale di Giarre privo di qualsiasi identità e specificità, incapace di garantire quelle basilari esigenze di sicurezza e tutela della salute richiesti da sempre dalla Cittadinanza. Ezio Epaminonda, dell’Associazione “Riprendiamoci La Città”,  a riguardo l’ultima riunione, ci spiega: “giorno 29 gennaio, grazie alla presenza di un ristretto team di esperti, con partecipazione futura aperta a tutti gli addetti al settore, ci siamo riuniti per accogliere le proposte di associazioni in merito alla prossima rimodulazione della rete ospedaliera regionale. A conclusione della riunione si è pensato concordemente di procedere a stilare una controproposta alla bozza di rimodulazione che prevede lo sviluppo dell'area medica del presidio ospedaliero di Giarre e destinazione dei reparti del distretto ospedaliero; la riorganizzazione del 118 e sua ottimizzazione; la richiesta di assegnazione posti in riabilitazione”. La Rete inoltre sta valutando di coinvolgere, oltre a quelle già citate, altre  associazioni che operano nei comuni del Distretto Sanitario (Giarre, Mascali, Riposto, Sant'Alfio, Milo, Fiumefreddo, Calatabiano, Linguaglossa, Castiglione, Piedimonte), al fine di coinvolgere poi la parte politica e richiedere la convocazione dei consigli comunali e dei sindaci dei vari comuni, con unico ordine del giorno in cui si affronti il tema della rimodulazione ospedaliera con relativa presa di posizione. Certamente importante, secondo la Rete, sarà il coinvolgimento della cittadinanza con la realizzazione di un dibattito pubblico con i cittadini per illustrare il lavoro che ne uscirà fuori, per una visione trasparente e critica della proposta. Obiettivo ultimo, ma sicuramente il primo di altri successivi step sarà di incontrare i vertici della Regione Siciliana e dell'Azienda al fine di illustrare la proposta comune realizzata dalla Rete di Associazioni, confrontata con le posizioni dei vari consigli comunali. Infine, non meno importante e quindi da segnalare, l’iniziativa di Armando Cutuli, presidente della locale Confcommercio che nelle scorse settimane ha scritto sia al ministro della salute Beatrice Lorenzin sia all’assessore Regionale alla Sanità Lucia Borsellino, rappresentando ad entrambi, tra le tante, la disattenzione della politica e le difficoltà vissute dal nostro nosocomio rispetto alle esigenze del territorio.


Armando Castorina

lunedì 3 febbraio 2014

Si faccia chiarezza sull’area artigianale di Giarre

In attesa dell’acquisizione di ulteriori atti, il movimento Città Viva chiede chiarimenti a proposito dei capannoni concessi in comodato gratuito ad una associazione degli artigiani

L'area artigianale - foto di Maria Gabriella Leonardi
Durante la seduta del consiglio comunale  tenutasi lo scorso 16 gennaio il movimento civico, durante l’attività ispettiva, ha richiesto all’amministrazione comunale se l’associazione artigiana ULA-CLAAI, destinataria di due capannoni ceduti in comodato a titolo gratuito, fosse titolare o meno del regolare contratto di locazione. Dagli atti acquisiti dal gruppo consiliare sembrerebbe infatti che alla proposta di deliberazione con la richiesta di patrocinio per l’associazione di categoria abbia fatto seguito solo una bozza del contratto. A tal proposito abbiamo intervistato Angelo D’Anna, leader del gruppo Città Viva il quale ci spiega che “non è stato formalizzato l’atto previsto, cioè la definizione di un contratto di comodato gratuito e quindi, di fatto, si sono utilizzate delle pubbliche strutture, senza disporre probabilmente degli adeguati requisiti di legge. In verità noi ci chiediamo come mai la Giunta dell’epoca (la giunta Sodano ndr) non abbia dato seguito alla formalizzazione degli atti, cioè se la formalizzazione sia stata bloccata per una questione burocratica o per una questione di scelte e di valutazioni che eventualmente sia successivamente avvenuta. Noi di Città Viva, con i nostri consiglieri abbiamo un ruolo che è anche quello di verificare che tutto si svolga nell’alveo della ritualità, della legalità e quindi se delle associazioni svolgono delle attività lodevoli per il territorio è tuttavia importante che lo facciano nel rispetto delle regole”. Città Viva chiede, qualora fossero verificati i fatti, la riacquisizione dei due capannoni ceduti all’associazione ed, in assenza di un regolare contratto, l’addebito di tutti i canoni di locazione ed i costi delle utenze non corrisposti a partire dall’occupazione illegittima che comincerebbe a partire dal novembre del 2011. “Noi abbiamo sollevato la questione – ribadisce Angelo D’Anna - spetta all’amministrazione dare seguito alla questione. Riteniamo importante ridare una visione di legalità complessiva all’area artigianale perché da questa si possa ripartire per il proprio pieno sviluppo”. Si occuperà di fare l’opportuna verifica il primo cittadino Roberto Bonaccorsi con delega anche al Patrimonio, nel contempo il movimento civico attende di ricevere gli atti riguardanti gli altri capannoni.

Armando Castorina