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Il centro storico - Cuore pulsante dell'economia Giarrese |
Viviamo
un periodo denso di grandi contraddizioni. Le maggior parte delle piccole e
medie imprese, hanno abbandonato la propria mission, ossia quella dell’utile da
reinvestire per la crescita e lo sviluppo del tessuto economico, a favore
dell’esclusiva funzione sociale di pagamento degli stipendi di chi lavora al
suo interno. Le imprese dunque, a causa delle contrazione dei consumi, sono
obbligati a pensare esclusivamente a sopravvivere e percepiscono lo Stato come
un socio di maggioranza pur non essendo quest’ultimo né socio d’opera, né socio
di capitali. Ciò avviene anche perché lo Stato esige il pagamento di tasse non commisurati
alla qualità dei servizi erogati, perché non particolarmente garanti gli
equilibri in un sistema eccessivamente competitivo, ed in quanto artefice,
tramite il sistema politico, di azioni che agevolano ristretti gruppi di
capitalisti (leggasi anche ”poteri”) come la grande distribuzione organizzata
ed il sistema bancario. E’ recente infatti l’intervento dello Stato che ha
erogato risorse al sistema bancario con l’obiettivo di trasferirlo al mercato
del credito alle imprese mentre nei fatti tali somme sono state distratte dalle
banche per coprire i buchi nei propri bilanci
creatisi a causa degli investimenti sbagliati. Questo aspetto è particolarmente
sentito dalle imprese in quanto nella maggior parte dei casi, i fallimenti delle
realtà imprenditoriali avvengono non tanto per deficit patrimoniali e neppure
per l’incapacità delle imprese a produrre reddito ma quanto per problemi di
liquidità. Altro paradosso che riguarda il mondo delle aziende è rappresentato
dal loro spiccato individualismo che raggiunge livelli elevati nei periodi di
crisi: piuttosto che creare sinergie strategiche, stringersi attorno alle
associazioni, dialogare, cercare assieme le soluzioni, le imprese mettono “i
remi in barca”. La disgregazione tra le imprese, così come il diffuso
disinteresse di cittadini nei confronti di chi amministra la nostra nazione a
vari livelli, favorisce il sistema politico
che la usa a suo favore per creare delle leggi ad “hoc” che gli
garantisce la sopravvivenza. E’ il chiaro riferimento alle immunità a cui
i parlamentari ambiscono o a quei tagli
che il sistema politico ha attuato nel sistema giudiziario anche con la scusa di ridurre la spesa
pubblica. La conseguenza dei tagli, sono le enormi difficoltà vissute dagli
operatori della legalità e dai cittadini che chiedono giustizia in tempi certi.
Alla dilatazione dei tempi per giungere al giudizio nei processi, si aggiunge
oggi l’incapacità del sistema di pervenire all’accertamento del reato. In un
sistema così “vischioso”, è naturale che lo Stato si percepisca come un
avversario. Eppure nonostante ciò, è nostro dovere, come operatori commerciali,
percepire il bicchiere mezzo pieno e adoperarci al fine di rallentare i
processi disgregativi, adattarsi per guidare i cambiamento ed investire, per
chi ne avesse ancora la forza di farlo, nel sistema economico. Gettare la
spugna in un periodo così complesso equivale ad escludersi dal sistema
produttivo.
Presidente
Confcommercio Giarre – Armando Castorina