Epiminonda:
” con un team di esperti per un ospedale che si avvicini alle esigenze del
cittadino”
Torna a riunirsi a
Giarre la Rete delle associazioni. Il primo incontro è avvenuto nel mese di
dicembre dello scorso anno presso la sede dell’associazione politica “Città
Viva”, mentre l’ultima si è riunita lo scorso 29 gennaio presso la sede
dell’Associazione “L’Agorà”. Tema degli incontri l’ospedale di Giarre che è tornato al centro degli interessi non
solo delle associazioni che li hanno ospitati ma anche delle altre associazioni
radicate ed operanti sul territorio e che nel passato hanno già operato per la
conservazione del presidio ospedaliero: “Insieme….Persone”, “Tribunale per i
diritti del malato”, “Centro Promozione Famiglia”, “A.V.U.L.S.S.”, “Confcommercio”,
“Esonemea” e “Riprendiamoci La Città”; quest’ultima punta ad avere un ruolo operativo
e di coordinamento all’interno della nuova Rete delle Associazioni. Angelo
D’Anna, leader di “Città Viva”, che in Rete ha già condotto, da numerosissimi
anni, una lotta in difesa dell’ospedale,
ci spiega che l’oggetto del contendere sarà il nuovo Piano Sanitario Regionale
che prevederebbe un ulteriore accorpamento di strutture ospedaliere ed una
rimodulazione dei posti letto. “In
particolare – ci dice D’Anna – il piano
penalizza ulteriormente il Presidio Ospedaliero di Giarre, che passerebbe dai
previsti 101 ai 53 posti letto per acuti, con un potenziale
aumento da 16 a 32 posti letto per lungodegenza. L’Ospedale di Giarre che, in
seno al Distretto Sanitario 1 di cui fa parte con Acireale, dovrebbe svolgere
la sua funzione di Area Medica con soli due reparti, Medicina e Geriatria,
perdendo Cardiologia e non attivando Neurologia, senza contare gli impatti ulteriormente
negativi sul già lacunoso Pronto Soccorso. La mancata previsione di posti in
Riabilitazione rendono l’Ospedale di Giarre privo di qualsiasi identità e
specificità, incapace di garantire quelle basilari esigenze di sicurezza e
tutela della salute richiesti da sempre dalla Cittadinanza”. Ezio Epaminonda, dell’Associazione
“Riprendiamoci La Città”, a riguardo l’ultima
riunione, ci spiega: “giorno 29 gennaio,
grazie alla presenza di un ristretto team di esperti, con partecipazione futura
aperta a tutti gli addetti al settore, ci siamo riuniti per accogliere le
proposte di associazioni in merito alla prossima rimodulazione della rete
ospedaliera regionale. A conclusione della riunione si è pensato concordemente
di procedere a stilare una controproposta alla bozza di rimodulazione che
prevede lo sviluppo dell'area medica del presidio ospedaliero di Giarre e
destinazione dei reparti del distretto ospedaliero; la riorganizzazione del 118
e sua ottimizzazione; la richiesta di assegnazione posti in riabilitazione”. La
Rete inoltre sta valutando di coinvolgere, oltre a quelle già citate, altre associazioni che operano nei comuni del
Distretto Sanitario (Giarre, Mascali, Riposto, Sant'Alfio, Milo, Fiumefreddo,
Calatabiano, Linguaglossa, Castiglione, Piedimonte), al fine di coinvolgere poi
la parte politica e richiedere la convocazione dei consigli comunali e dei
sindaci dei vari comuni, con unico ordine del giorno in cui si affronti il tema
della rimodulazione ospedaliera con relativa presa di posizione. Certamente
importante, secondo la Rete, sarà il coinvolgimento della cittadinanza con la
realizzazione di un dibattito pubblico con i cittadini per illustrare il lavoro
che ne uscirà fuori, per una visione trasparente e critica della proposta.
Obiettivo ultimo, ma sicuramente il primo di altri successivi step sarà di
incontrare i vertici della Regione Siciliana e dell'Azienda al fine di
illustrare la proposta comune realizzata dalla Rete di Associazioni,
confrontata con le posizioni dei vari consigli comunali. Infine, non meno
importante e quindi da segnalare, l’iniziativa di Armando Cutuli, presidente della
locale Confcommercio che nelle scorse settimane ha scritto sia al ministro
della salute Beatrice Lorenzin sia all’assessore Regionale alla Sanità Lucia
Borsellino, rappresentando ad entrambi, tra le tante, la disattenzione della
politica e le difficoltà vissute dal nostro nosocomio rispetto alle esigenze
del territorio.
Armando Castorina
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