sabato 24 maggio 2014

Doccia fredda sulle attività commerciali del centro storico

La Giarre parcheggi elimina la sosta di 30 minuti

Le tariffe in vigore per la sosta sulle strisce blu
Lo scorso marzo il consiglio comunale ha approvato il regolamento sulla sosta a pagamento negli stalli delimitati dalle strisce blu che prevedeva la riduzione della stessa in caso di mancata esposizione del tagliando e l’eliminazione totale della multa in caso di mancato rinnovo del tagliando. Dopo l’adeguamento al regolamento da parte della società concessionaria, la “Giarre Parcheggi”, anche se avvenuta solo nel mese di aprile, commercianti e cittadini fruitori della piattaforma dei servizi Giarresi, sembravano fare un respiro di sollievo ma da qualche giorno, nonostante che si inizia vivere l’arrivo della bella stagione, è tornato a piovere sul bagnato perché la Giarre Parcheggi ha eliminato la sosta di mezz’ora. In poche parole, l’unica tariffa disponibile sarà quella di almeno un’ora e, sebbene la tariffa oraria sia di 78 centesimi,  chi si fermerà negli stalli a pagamento, dovrà inserire almeno 80 centesimi (dato che il parcometro non torna resto e non gestisce i 2 centesimi). Tutto ciò rappresenta un grave danno per tutte le attività commerciali e di servizio che insistono all’interno del centro storico specialmente quelle in cui gli utenti si fermano per qualche minuto o per esigui importi. Anche l’associazione dei commercianti, che da indiscrezioni a giorni si appresterebbe a nominare, all’interno dello stesso direttivo, un nuovo presidente, interviene con un comunicato a firma dell’intero Direttivo ed “esprime – si legge testualmente – le proprie perplessità circa la scelta della società concessionaria del servizio a pagamento delle aree a sosta contrassegnate dalle strisce blu. Da qualche giorno infatti, come si può evincere dalle apposite segnaletiche verticali poste in prossimità dei parcometri, non è più prevista l’emissione del tagliando di circa 30 minuti che si otteneva con l’inserimento di 40 centesimi. Ora è possibile pagare esclusivamente la sosta di circa un’ora introducendo nei parcometri almeno 80 centesimi”. Francesco Candido, del direttivo Confcommercio, a tal proposito dichiara: ”Ricordiamo che la tariffa oraria, tra le più care della provincia di Catania, è di 78 centesimi  ma giacché le macchinette non accettano i 2 centesimi saremo costretti a pagarne 80”. “L’intero direttivo auspica – così continua il comunicato – che nel giro di qualche giorno la Giarre Parcheggi possa fare retromarcia su questa decisione che appare come una vessazione nei confronti dell’utente ed in particolare nei confronti di chi deve sostare per pochi minuti (si immagini a chi deve acquistare nelle tabaccherie o consumare nei bar) oltre che una ritorsione nei confronti della città per la recente applicazione del regolamento comunale sulle aree di sosta a pagamento. In assenza di una risposta da parte della società concessionaria, l’associazione dei commercianti si aspetta l’intervento dell’amministrazione comunale, nonché dei gruppi politici di qualsiasi colore politico che si sono mostrati, nell’ultimo periodo, particolarmente sensibili nei confronti del commercio ed in particolare a proposito delle questione spinosa “srisce blu” e “multipiano Jolanda”. Confcommercio si riserva inoltre di intraprendere in merito, iniziative a tutela degli interessi della categoria e dei consumatori della piattaforma commerciale”. C’è da aspettarsi che la questione certamente tornerà in aula durante il prossimo consiglio comunale. A Giarre, quindi, la situazione si surriscalda ed il tema delle strisce blu torna ad essere più che mai attuale.

Armando Castorina 

mercoledì 14 maggio 2014

“La delocalizzazione selvaggia dei call center penalizza il lavoro e la ricchezza del paese Italia”

Solo nella provincia di Catania sono  a rischio oltre 9000 posti di lavoro.

Lavoratori "Almaviva" durante una recente protesta
Negli ultimi anni, ed in particolare in questi giorni, il tema del lavoro sta diventando un tema assai sentito. Il lavoro alimenta la distribuzione della ricchezza ed il mantenimento di un’economia virtuosa così come lo sviluppo, impresa e lavoro, sono strettamente correlati poiché senza l’imprenditoria non ci sarebbero lavoro e sviluppo  e viceversa. Anche il territorio Giarrese, da sempre vocato all’attività commerciale ed artigianale risente pesantemente, negli ultimi tempi, dello scarso potere d’acquisto di famiglie e persone che perdono  il lavoro: è evidente che se la gente non lavora non ha risorse da spendere per alimentare l’economia locale costringendo così le imprese a ridurre sempre più la forza lavoro impiegata. E un’emorragia che non conosce ancora lacci emostatici. Per tamponare o porre rimedio alla perdita dei posti di lavoro oggi non basta più incoraggiare le aziende attraverso l’incentivazione volta ad incrementare le assunzioni per i motivi appena menzionati e non sempre utili si rivelano gli ammortizzatori sociali che offrono un momentaneo sostegno ai fuoriusciti dal mondo del lavoro o a chi il lavoro lo sta perdendo. Occorre certamente agire in maniera intelligente, programmando seriamente gli interventi e sostenendo, ad esempio, le iniziative delle piccole imprese offrendo loro l’accessibilità al credito, semplificando le procedure per l’apertura di nuove realtà imprenditoriali, sostenendo le imprese attraverso la detassazione per coloro che dimostrano di investire, attivando anche quella politica protezionistica che nessuno vuole discutere seriamente. A proposito di protezionismo e di lavoro, non si può fare a meno di parlare della delocalizzazione selvaggia dei call center all’estero poiché è un fatto che ci riguarda da vicino, più di quello che possiamo immaginare. Si perché molti di voi non sapranno che oltre 9000 posti di lavoro sono a rischio proprio in tutta la provincia di Catania e che ben 2500 unità sono occupate presso uno dei più importanti call center del sud Italia, “Almaviva” di Misterbianco, all’interno del quale svolgono l’attività lavorativa oltre un centinaio di operatori provenienti proprio dalla nostra area (Giarre, Riposto, Mascali e paesi limitrofi). Si parla di delocalizzazione selvaggia perché aziende  italiane produttrici di beni o di servizio che si avvalgono dei call center per dialogare con la propria clientela, stanno già da tempo riducendo le commesse contrattualizzate in Italia a favore di quelli che nel frattempo sono espatriati all'estero (ad esempio Albania, Bulgaria, Romania) dove il lavoro costa di meno anche per una questione di concorrenza sleale (non sono sempre all’estero sono i diritti dei lavoratori). In questo contesto i sindacati hanno assunto un ruolo importante nella protesta e hanno inoltrato denunce alle Procure, al ministero del Lavoro, al Garante della Privacy, all’Antitrust nei confronti delle aziende (soprattutto italiane) che avrebbero, nell’ultimo anno e mezzo, delocalizzato attività facendosi beffa della legge nazionale. Al centro delle denunce, in particolare la mancata applicazione dell'articolo 24 Bis del Decreto Sviluppo legge n. 83 del 2012, oggi convertito in legge, su "Misure a sostegno della tutela dei dati personali, della sicurezza nazionale, della concorrenza e dell'occupazione nell'attività svolta da call center" e segnalando, ove sussista il caso, l'erogazione degli incentivi pubblici di cui alla Legge 407/1990. Nel mirino c’è anche il mancato rispetto in tema di privacy e del “registro delle opposizioni” (quello che vieta, ad esempio. agli operatori telefonici di contattare clienti che hanno richiesto l’iscrizione a tale registro) da parte degli operatori che lavorano in call cener all’estero. Secondo i sindacati, nessun operatore che chiama da altri paesi, chiede all’utente italiano se accetta o meno una chiamata dall’estero. Il che crea problemi di privacy e protezione dati. La protesta si farà più forte nei prossimi giorni e, dopo le manifestazioni mosse dai lavoratori  nelle scorse settimane nelle varie città italiani, raggiungerà l’apice il prossimo 4 giugno quando si svolgerà a Roma lo sciopero nazionale dei call center. Alla manifestazione prenderà anche parte una delegazione di oltre 200 lavoratori provenienti da “Almaviva” di Misterbianco che raggiungeranno la capitale con il treno e con l’aereo. Tutto si svolgerà per chiedere l’attenzione del governo ed ottenere ancora delle risorse da impiegare per il mantenimento della forza lavoro. Già nel passato lo Stato ha sostenuto i lavoratori del settore introducendo anche le formule di contratti di solidarietà dove l’impresa si impegna a mantenere i posti di lavoro e il lavoratore riduce il numero delle ore prestate. Negli ultimi tre anni, fra sgravi, mobilità, mancato versamento contributi, incentivi e finanziamento della cassa integrazione, il settore dei call center ha incassato dallo Stato 480 milioni di euro, senza però, di fatto, creare nessun nuovo posto di lavoro; anzi, perdendone 15 mila. L’augurio comunque quello che, a seguito la mobilitazione di questi giorni i lavoratori troveranno ascolto e che la politica deciderà di  intervenire diversamente rispetto al passato, magari, con iniziative volte a ridurre il costo del lavoro, ovvero i costi a carico delle imprese per ciascun lavoratore. Sicuramente rispetto alle soluzioni adottate, tipiche della politica assistenzialista e clientelare, che non sempre porta a creare opportunità di sviluppo e lavoro, la riduzione del costo del lavoro rappresenta uno dei pochi modi per rendere competitivo il mercato del lavoro, arginare il ricorso all'estero ed attuare uno strumento di vera politica protezionistica. Esistono in realtà altri strumenti che si potrebbero impiegare per contribuire al contrasto del dilagare della delocalizzazione; uno di questi è il “consumo etico” ossia chiedere ai clienti che contattano il call center di essere gestiti esclusivamente da quelli italiani ma probabilmente ancora siamo lontani dal comprendere l’importanza e la forza di questi strumenti per proteggere il lavoro e l’economia locale e nazionale.

Armando Castorina

domenica 4 maggio 2014

“Anche Giarre è Happy nel mondo”

Su You tube il nuovo video virale Happy nato sul social network e che vede la partecipazione di oltre 100 comparse reclutate attraverso facebook

Happy non è solo un noto brano di Pharrel Williams ma da diversi mesi è molto di più: è la colonna sonora che accompagna un fenomeno che ha raggiunto livelli inimmaginabili a livello mondiale e sottolineato dal sito internet wearehappyfrom.com che raccoglie al momento ben 1502 video provenienti da 139 nazioni (il dato è in continuo aggiornamento). Anche Giarre dallo scorso giovedì 24 aprile ha il suo video happy realizzato grazie all’intraprendenza dei giornalisti Giarresi Mario Previtera e Gabriella Leonardi e di Isidoro La Spina con la partecipazione di diversi utenti riunitisi inizialmente sul social network facebook.  Al progetto hanno preso parte il B&B Bonanno, le famiglie Bonaventura, collezionisti d’antiquariato che espongono nell’ex Pescheria, la palestra Tao Fitness, i ragazzi delle frazioni di Sciara, Trepunti, Macchia, Carrubba; il montaggio è stato invece curato da Mario Previtera, Andrea Belfiore, Massimiliano Siracusano, Salvo Maccarrone. L’iniziativa è stata supportata dai gruppi Alé Giarre e Niente Limiti. Il video Happy Giarre – rimarca Mario Previtera - ha l'intento di trasmettere puri momenti di felicità, immortalandoli in giro per la città di Giarre, nei luoghi più suggestivi: dallo storico quartiere Camposanto vecchio con le sue caratteristiche stradine, alla maestosità di piazza Duomo, passando per le vie commerciali Callipoli e corso Italia; piazza Carmine, lo stadio di atletica, la rivitalizzata villa Margherita, le scuole, i quartieri popolari, il mercato del Contadino, l'ex pescheria e ancora: le frazioni di Sciara, Carruba e Macchia. Un rammarico: si potevano inserire altre location della città. Anche se lo scopo non era quello di promuovere Giarre turisticamente ma trasmettere un messaggio di giovialità. Gente positiva. L’esperienza per questo  progetto è stata comunque positiva. Tutti hanno partecipato con entusiasmo, consapevoli del messaggio da veicolare all’esterno”. In merito alle curiosità sul video sempre Mario Previtera ci dice: “Per al realizzazione del video ci sono voluti circa tre giorni. Il grosso delle riprese è stato effettuato in occasione del raduno in piazza Duomo. Per il montaggio, l’assemblaggio e la scelta delle immagini ci sono voluti circa sette/otto giorni. Determinante è stato l’utilizzo di un software innovativo attraverso il quale è stato possibile sincronizzare gesti, suoni e immagini”  Happy Giarre – ci dice invece Gabriella Leonardi – è solo l’ultima delle iniziative cittadine lanciate dal profilo Facebook Alè Giarre, tutte volte a valorizzare la città e la sua identità. Non ignoriamo i problemi né il fatto che di questi tempi c’è poco da essere contenti: lo spirito di questo video è quello di esprimere il nostro desiderio di felicità, qui dove siamo e insieme a chi vive accanto a noi. Senza contare che, involontariamente, questi video sono dei piccoli spot promozionali di ogni città. Abbiamo voluto coinvolgere quante più persone possibili, molte delle quali sconosciute. Non ci è minimamente sfiorata l’idea di metterci in competizione con altre città, anche se abbiamo visto quali errori fatti da altri dovevamo evitare. Al contrario, lo spirito che ci ha mosso era quello di essere presenti, insieme alle altre città, a questo movimento globale”. “Happy – continua la giornalista – per me è come una foto nell’album di famiglia. Spero che, nel suo piccolo, serva per restituire un pizzico di entusiasmo a chi l’ha perso e un po’di spensieratezza a tutti, che non guasta mai”.  Il video, dopo la promozione su questa testa e dopo l’opportuna valutazione dei webmaster, oltre ad essere presente sul sito internet mondiale, weharehappyfom.com è anche indicizzato sul sito internet wearehappyfromitaly.com ed è sottoposto alla votazione degli internauti. Dunque un vero fenomeno sociale che evidenza la nascita di nuove tendenze, dove le persone si ritrovano davanti la tastiera del proprio pc, smartphone o tablet, realizzano delle cose sul piano reale per tornare a condividerle sulla rete. Cosa ci aspetta dunque nel futuro dell’era della comunicazione sociale? nonostante la sensazione sia quella che siamo ormai prossimi al confine delle idee e dell’ immaginabile, nella realtà l’uomo riesce sempre più ad innovare e a sfornare fenomeni  nei contesti in cui opera e vive, facendosi beffa della crisi,”.

Armando Castorina