sabato 14 dicembre 2013

Raccolta differenziata: un miraggio?

Con il raddoppio del canone dell’acqua diventa indispensabile ridurre i costi per i servizi al cittadino

Il Duomo di Giarre in una chiave ironica. A cura di M. Raciti (2009)

In questi giorni a Giarre si fa un gran parlare a proposito delle bollette dell’acqua ed il cui raddoppio è palesemente figlia di una distratta amministrazione della cosa pubblica. Tralasciando tutte le dinamiche interne che hanno prodotto tale spropositato incremento, nonché le vicende giudiziarie che vedono l’ex primo cittadino chiamato in causa, argomento principe diventa quello di  ridurre l’ammontare dei tributi locali, che pesano come un macigno sulla testa dei cittadini e delle imprese, attraverso la riduzione della spesa dell’ente e dei costi di alcuni servizi erogati al cittadino come quello della raccolta dei rifiuti. Sull'argomento, mentre dal punto di vista amministrativo lo scorso 31 ottobre sono stati attivati sulla carta gli SRR che, al posto delle ATO, si occuperanno della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti attraverso gli ARO (Ambito di Raccolta Ottimale), dal quello pratico ancora ad oggi non si parla di raccolta differenziata che consentirebbe di abbattere notevolmente i costi anche per il cittadino. A tal proposito, ne abbiamo parlato con l’Architetto Salvo Patané, Vice Sindaco ed assessore con delega all’ecologia al quale abbiamo chiesto quando verrà avviata la differenziata: “dopo la costituzione dell’ARO, coincidente con il territorio comunale - ci spiega il vice Sindaco - sarà possibile indire una nuova gara d’appalto che prevede ovviamente la raccolta differenziata. Abbiamo elaborato con risorse interne all’Ente senza fare ricorso a figure professionali esterne (e con un risparmio medio tra 8/12 mila Euro), un Piano che il funzionario esaminatore nel corso di un mio recente incontro a Palermo ha definito “ottimo”. A giorni attendiamo l’approvazione. Il contraente del nuovo servizio, avrà davanti un Piano che prevede il porta a porta nelle aree centrali della città con una tipologia abitativa che consente d’individuare ad ogni porta un utente, e con ecopunti per le aree di espansione con edilizia plurifamiliare e condominiale. La raccolta differenziata la avvieremo con il nuovo appalto. Prevediamo tra gennaio e febbraio 2014”. A Giarre, quindi l’ARO coincide con il territorio comunale. Come mai la Giunta Comunale, nella fase di costituzione non ha cercato sinergie con gli altri comuni limitrofi per ottimizzare i costi del servizio? L’assessore a riguardo ci spiega: La scelta di camminare da soli, ci è sembrata la migliore dal punto di vista del rapporto territoriale anche in relazione al costo del servizio che in questi mesi siamo già riusciti a ridurre. Altra cosa è invece l’accesso alle piattaforme per la lavorazione e il conferimento del differenziato (in primo luogo vetro, plastica, alluminio e carta), dove le economie di scala dovrebbero essere al centro delle attenzioni delle SRR. L’obiettivo è quello di mettere in moto un’economia basata sul trattamento e la vendita ai vari Consorzi nazionali di filiera del differenziato. Secondo stime di esperti, a pieno regime potrebbero svilupparsi in regime imprenditoriale e/o cooperativistico, parecchie opportunità di lavoro”. Un beneficio per la collettività potrebbe arrivare anche dalla raccolta del cartone depositato giornalmente dalle imprese commerciali e prelevate, da diverso tempo, da persone non autorizzate. In merito Patanè ci riferisce: “L’ATO ha sempre lamentato un danno di parecchie decine di migliaia di euro all’anno per la raccolta “abusiva” di carta e cartone da parte di soggetti non autorizzati. E’ vero; si consideri però che ciò ha impedito il formarsi di discariche incontrollate presso i negozi della città e nei punti nevralgici in corrispondenza delle attività commerciali che con la qualità del servizio che abbiamo conosciuto, non era facile evitare. Con il nuovo capitolato tutto cambierà e la Ditta incaricata prenderà accordi con la filiera commerciale per il ritiro negli orari che si dovranno concordare”. E a riguardo i costi sostenuti dall'ente per il servizio, con la raccolta differenziata si dovrebbero ottenere dei risparmi che potrebbero essere rigirati agli utenti. A quanto ammonterebbe tale risparmio ipotizzando il raggiungimento di una differenzazione superiore al 50%? “A regime stimiamo un risparmio di circa un milione di Euro su base annua. L’entità dipenderà da molti fattori: dai criteri di efficienza e di puntualità con i quali sarà espletato il servizio, dai comportamenti dei singoli nel rispetto degli orari di conferimento e dallo sviluppo di una coscienza ambientale che vede nei Centri di Raccolta Comunali (CCR) e in quelli di riuso, il vero motore della raccolta differenziata”. Purtroppo la questione dei rifiuti a Giarre è sempre stata assai complessa. A proposito dell’isola ecologiche un articolo, comparso quale settimana fa su questa testata, comunicava la scelta dell’ex discarica di Sciara come luogo individuato  dalla Giunta Comunale per la realizzazione dell’isola ecologica. Tale luogo era stato individuato perché prevedeva un iter più breve rispetto al progetto di isola a Treppunti presumibilmente arenato, sin dal  2010 negli uffici della Regione per la Valutazione Strategico Ambientale (VAS). Tuttavia anche le procedure per la realizzazione dell’isola ecologica a Sciara sembrano complesse, tant'è che l’area è soggetta a bonifica; ma prima della bonifica occorrerebbe il finanziamento per la fase di “caratterizzazione” ossia l’analisi dei materiali scaricati negli scorsi anni all'interno dell’area a cui farebbe seguito la fase di “bonifica” vera a propria. A riguardo, il nodo consiste nel fatto che, sebbene la regione sia disponibile a concedere il finziamento, tale non è possibile erogarlo se prima il Comune di Giarre non chiude la fase di messa in sicurezza “formalmente” chiusa nel 2010 ma le cui carte sembrano rimaste inspiegabilmente presso l’ufficio tecnico del nostro comune. Quali le motivazioni per cui tale incartamento non è stato trasmesso? Anche questo vedremo di chiarirlo nelle prossime settimane. 

Armando Castorina

sabato 7 dicembre 2013

"L'Europa deprime la nostra economia! "

"Poteri occulti (ma non troppo) ci ‘guidano’ verso il disastro”

Paolo Barnard durante la conferenza (foto Dario Leotta)
La scorsa domenica 1 dicembre, Paolo Barnard, saggista, giornalista d'inchiesta e conduttore della trasmissione televisiva Report, ha tenuto presso l'aula Magna dell'ITIS Fermi di Giarre una conferenza dal titolo "È un economicidio - Il disastro dell'eurozona e come uscirne" basato sul libro  scaricabile gratuitamente su internet dal titolo “Il più grande crimine”, l’inchiesta, scritta in stile narrativo affinché sia leggibile a tutti pur mantenendo il rigore scientifico grazie alla consulenza di dodici economisti di fama internazionale. Durante il convegno, organizzato dai giarresi Salvatore Lorenzo Patané e Massimo Randazzo con il supporto del coordinamento regionale ME-MMT, sono state esplicitate alcune teorie e scenari, in seno alle scelte politiche attuate in Europa negli ultimi 80 anni volte a garantire il ritorno del potere economico che era detenuto da poche famiglie prima della nascita degli stati moderni. Affinché ciò potesse avvenire si è intervenuto su due aspetti. Il primo rappresentato dalla ideologia: occorreva contrastare e sostituire le idee dei pensatori dell'epoca che evidenziava l’importanza della funzione dello stato come produttore e distributore di ricchezza attraverso la moneta ed in contrasto con chi desiderava il controllo da parte di poche persone. Inoltre si sottolineava l'importanza della finanza funzionale, ossia quella volta a favorire la collettività. I gruppi di potere si mossero per cancellare questa ideologia attraverso il "piano di contiguità" ossia l'intervento nei luoghi in  cui si formava la classe dirigente: ovvero la nascita di entità come le fondazioni, di fatto contigui all'istruzione universitario. Ecco, allora, nascere la neoeconomia, ovvero la riscoperta dell'economia dell'età classica volta a contrastare la centralità dello stato e far si che le banche siano lasciate libere! La neoeconomia tende a formare cittadini apatici, relegandoli al ruolo di semplice consumatore nel periodo in cui è importante consumare e, viceversa, a contenere i consumi nei periodi in cui interessa ridurli. Il secondo intervento è rappresentato invece dalla nascita della 'balla' della comunità europea. Tutto  inizia nel 1957, anno in cui si cerca di gettare le basi per la costituzione per di una confederazione di stati Europei con la scusa di contrastare la nascita di nuovi conflitti per ragioni economiche. Ne segue il percorso che noi tutti più o meno conosciamo e che ha portato alla creazione della moneta unica. Ne è la dimostrazione anche la presenza nella commissione europea di 254 lobby di potere di appena 54 rappresentanti europei eletti dal popolo. In seno alle commissioni nascono i trattati che hanno sovranità rispetto alle leggi nazionali. “Sono certo che nessun politico italiano che ha firmato i trattati anche di 2000 pagine – dice testualmente Barnard -  abbia mai letto il contenuto. I trattati sono spaventosi e dicono che la spesa dello stato deve essere ingabbiata”. Ad esempio nel 1992, il trattato di Maastricht determinò la nascita della moneta unica, la moneta capace di stare al di sopra di tutte le altre monete; successivamente uno dei trattati stabilì che la spesa dello stato non deve essere superiore al 3% del P.I.L. (prodotto interno lordo, ossia di ciò che è in grado di produrre la nostra nazione). Nel 2013 entrò in vigore il "fiscal compact" con l'obiettivo di ingabbiare lo stato nella capacità di legiferare nelle politiche di bilancio. Insomma una serie di trattati hanno fatto si che si traducesse in legge la loro ideologia. Nella visione dei pensatori contrastati dalle famiglia in cerca del controllo del potere attraverso la finanza, lo stato deve mantenere la centralità nella politica di crescita e sviluppo della nazione poiché lo stato ha anche la funzione di creare liquidità attraverso la spesa: lo stato crea moneta ed immette liquidità all'interno dei propri confini per offrire al cittadino e alle imprese di creare ricchezza e poi la sottrae ai cittadino attraverso l'esazione delle tasse; il percorso secondo il quale lo stato tassa per poi dare i servizi non è corretto: prima lo stato distribuisce e poi raccoglie. Lo stato efficiente emette moneta in una quantità superiore all’ammontare delle tasse riscosse, con l'obiettivo, in prima istanza e per un periodo limitato, di creare infrastrutture. Per periodo limitato si intende, il tempo necessario per raggiungere la massima occupazione possibile al fine di evitare spinte inflazionistiche. I trattati come quello del "fiscal compact' invece permettono allo stato anche di prelevare una quantità superiore di tasse rispetto a quanto erogato, così come accaduto nel 1992, quando lo stato realizzò il pareggio di bilancio. Il pareggio di bilancio è nel contempo diventato principio costituzionale in Spagna ed in altri pesi membri dell’eurozona. In situazioni del genere i cittadini per finanziare le proprie attività, anche economiche, sono costretti a ricorrere alle banche per chiedere prestiti o intaccare i loro risparmi. Da qui si può dedurre che il deficit è la ricchezza dei cittadini: in tal senso il 'regime' iniziò a parlare di debito pubblico e non più di debito dello stato, ovviamente per far cambiare, agli occhi del cittadino, la visione nei confronti del debito: non un’opportunità per creare ricchezza ma un peso da contrastare. “Una spesa possibile pari al 3% del P.I.L.  ci rende deboli, incapaci di creare ricchezza, contrastare la crisi proveniente da fuori. Lo stato deve esercitare una politica economica e non una politica monetaria”. Cosa fare allora? Secondo Bernard occorre creare un comitato di liberazione nazionale e fare una denuncia all’ONU. Se necessario, la disobbedienza fiscale, può essere un’arma da impiegare. La BCE deve tornare a farsi esclusivamente garante del debito degli stati membri e non esercitare funzione di politica monetaria. L'Italia non è malato terminale, sono i dati sul risparmio e sulla ricchezza netto sono a dirlo e non è ancora soggetta alla sudditanza come nel caso della Grecia. La nozioni espresse da Bernard in definitiva sono da ritenersi estremamente interessanti poiché sono una chiave di lettura delle dinamiche socio-economiche nonché delle scelte politiche attuate dalla nostra classe politica. Di certo se quanto dimostrato avesse davvero un fondamento, ben difficile sarebbe creare una massa critica capace di arginare o sovvertire il piano ordito da questo “potere occulto” che porterebbe, le future generazione, ad essere artefici di un destino sempre “più controllato”.

Armando Castorina