mercoledì 23 luglio 2014

“I Grandi paradossi nel sistema imprenditoriale, politico e giudiziario”.

Nonostante le difficoltà del periodo investiamo ancora nel sistema Italia per il futuro delle nuove generazioni


Il centro storico - Cuore pulsante dell'economia Giarrese
Viviamo un periodo denso di grandi contraddizioni. Le maggior parte delle piccole e medie imprese, hanno abbandonato la propria mission, ossia quella dell’utile da reinvestire per la crescita e lo sviluppo del tessuto economico, a favore dell’esclusiva funzione sociale di pagamento degli stipendi di chi lavora al suo interno. Le imprese dunque, a causa delle contrazione dei consumi, sono obbligati a pensare esclusivamente a sopravvivere e percepiscono lo Stato come un socio di maggioranza pur non essendo quest’ultimo né socio d’opera, né socio di capitali. Ciò avviene anche perché lo Stato esige il pagamento di tasse non commisurati alla qualità dei servizi erogati, perché non particolarmente garanti gli equilibri in un sistema eccessivamente competitivo, ed in quanto artefice, tramite il sistema politico, di azioni che agevolano ristretti gruppi di capitalisti (leggasi anche ”poteri”) come la grande distribuzione organizzata ed il sistema bancario. E’ recente infatti l’intervento dello Stato che ha erogato risorse al sistema bancario con l’obiettivo di trasferirlo al mercato del credito alle imprese mentre nei fatti tali somme sono state distratte dalle banche  per coprire i buchi nei propri bilanci creatisi a causa degli investimenti sbagliati. Questo aspetto è particolarmente sentito dalle imprese in quanto nella maggior parte dei casi, i fallimenti delle realtà imprenditoriali avvengono non tanto per deficit patrimoniali e neppure per l’incapacità delle imprese a produrre reddito ma quanto per problemi di liquidità. Altro paradosso che riguarda il mondo delle aziende è rappresentato dal loro spiccato individualismo che raggiunge livelli elevati nei periodi di crisi: piuttosto che creare sinergie strategiche, stringersi attorno alle associazioni, dialogare, cercare assieme le soluzioni, le imprese mettono “i remi in barca”. La disgregazione tra le imprese, così come il diffuso disinteresse di cittadini nei confronti di chi amministra la nostra nazione a vari livelli, favorisce il sistema politico  che la usa a suo favore per creare delle leggi ad “hoc” che gli garantisce la sopravvivenza. E’ il chiaro riferimento alle immunità a cui i  parlamentari ambiscono o a quei tagli che il sistema politico ha attuato nel sistema giudiziario  anche con la scusa di ridurre la spesa pubblica. La conseguenza dei tagli, sono le enormi difficoltà vissute dagli operatori della legalità e dai cittadini che chiedono giustizia in tempi certi. Alla dilatazione dei tempi per giungere al giudizio nei processi, si aggiunge oggi l’incapacità del sistema di pervenire all’accertamento del reato. In un sistema così “vischioso”, è naturale che lo Stato si percepisca come un avversario. Eppure nonostante ciò, è nostro dovere, come operatori commerciali, percepire il bicchiere mezzo pieno e adoperarci al fine di rallentare i processi disgregativi, adattarsi per guidare i cambiamento ed investire, per chi ne avesse ancora la forza di farlo, nel sistema economico. Gettare la spugna in un periodo così complesso equivale ad escludersi dal sistema produttivo.


Presidente Confcommercio Giarre – Armando Castorina