sabato 29 marzo 2014

Il giudice di pace rimarrà a Giarre a condizione che…

Intervista a Gianni Zagaglia e ad Angelo D’Anna a proposito del mantenimento dell’ufficio del giudice di pace.

Gianni Zagaglia
Dopo la chiusura del Tribunale a Giarre, giunge a firma del neo ministro della Giustizia Orlando, il Decreto di mantenimento di 285 Uffici del Giudice di Pace, tra cui anche quello di Giarre, con l’obbligo, da parte degli Enti Locali interessati, a farsi integralmente carico di tutte le spese di funzionamento e di  erogazione del servizio giustizia compresi il reperimento dei locali e la fornitura del personale amministrativo; restano a cario dell’amministrazione giudiziaria unicamente i compensi dovuti ai magistrati onorari e le spese per la formazione iniziale del personale comunale fornito dall’Ente Locale. Il funzionario Giudiziario, Gianni Zagaglia è tra coloro che si sono battuti per evitare la chiusura dell’ufficio di Giarre, ed è stato anche il promotore di una raccolta di oltre 700 firme consegnate all’inizio del 2013 al Sindaco Sodano per l’invio al Ministero della Giustizia dell’istanza per evitare la chiusura dell’ufficio. Zagaglia, a proposito del mantenimento, ci dichiara: “E’ questa una grande vittoria del 1° cittadino di Giarre, Dott. Roberto Bonaccorsi, il quale nella campagna elettorale amministrativa del maggio-giugno scorsi aveva lanciato un appello a tutti i candidati sindaci ed anche a quelli dei Comuni dell’area Jonico-Etnea per unire le forze in difesa dell’Ufficio del Giudice di Pace di Giarre dal rischio di chiusura, essendo la città di Giarre il naturale baricentro di un territorio che non poteva permettersi di perdere questo primario ed essenziale presidio”. “Lo stesso Bonaccorsi – continua Zagaglia – sotterraneamente nelle opportune sedi istituzionali romane ed alla luce del sole nel corso di diversi incontri avuti col Presidente del Tribunale di Catania Dott. Bruno De Marco ha lavorato tanto e brillantemente per la non chiusura dell’Ufficio Giudiziario Giarrese e per il suo futuro prossimo trasferimento nelle sede dell’ex Sezione Distaccata del Tribunale di Giarre chiusa dal Settembre scorso nell’ambito della revisione delle circoscrizioni giudiziarie”. “E’ altrettanto importante sottolineare – continua il Dott. Zagaglia – che già alcuni mesi prima che fosse promulgato il decreto ministeriale, ho coinvolto attivamente sul tema l’Avv. Angelo D’Anna, Presidente del movimento politico “Città Viva” e candidato Sindaco alle ultime elezioni amministrative nel corso delle quali ha ottenuto un brillantissimo successo elettorale; D’Anna ha preso subito a cuore la delicata vicenda e l’ha seguito passo a passo, incontrando nel mese di gennaio, insieme alla dott.ssa Rosaria Giuffrida, Segretario Politico di Città Viva, il dott. Giuseppe Berretta, già Sottosegretario alla Giustizia dal quale è stata confermata la positiva istruttoria propedeutica al mantenimento del Giudice di Pace di Giarre”. Nelle scorse settimane, ancor prima dell’ufficializzazione, Zagaglia insieme a D’Anna hanno avuto presso il Palazzo di Città di Giarre un cordiale incontro con il Sindaco Bonaccorsi, nel corso del quale, sono state affrontate e discusse diverse  tematiche inerenti l’argomento, tra le quali, oltre  la questione organico e l’adesione formale degli altri Comuni del Circondario, si è auspicata, ove possibile, anche l’istituzione, all’interno del Giudice di Pace, di un Ufficio notifiche, cosi come è presente nella sede centrale di Catania ed in qualche altra sede. Lo stesso Sindaco era già a conoscenza dell’esito positivo che avrebbe dato il Ministro. Mancava soltanto l’ufficialità
Angelo D'Anna
“Per completare il processo e dare un servizio efficiente già dalla fine di aprile p.v., diventa a questo punto urgente – ci dice Angelo D’Anna, leader di Città Viva – la convocazione di un nuovo tavolo tecnico da parte del Sindaco di Giarre con i Sindaci dei Comuni che hanno già aderito con formali deliberazioni (oltre Giarre, abbiamo Riposto, Piedimonte Etneo e S. Alfio) e con quelli degli altri Comuni che ancora non hanno aderito ma che, per competenza territoriale, fanno riferimento a Giarre e cioè Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Calatabiano, Milo ed anche Linguaglossa il cui ufficio è stato soppresso”. “Ciò è necessario – continua D’Anna – poiché occorre completare e formare  entro le prossime settimane la pianta organica dell’Ufficio giudiziario giarrese che dovrà essere composta da 5 unità: un Funzionario Giudiziario, un cancelliere, un assistente giudiziario, un operatore giudiziario ed un ausiliario da nominare. Saranno 7 in totale se sarà operante all’interno dello stesso l’Ufficio notifiche. La formale adesione è altresì necessaria per evitare possibili aggravi economici a carico solo dei Comuni aderenti che potrebbero essere chiamate comunque a garantire il servizio innescando potenziali contenziosi tra gli stessi Enti”. L’adesione al confermato Ufficio da parte di questi Comuni sarebbe auspicabile anche perché tutti i cittadini dell’hinterland giarrese usufruirebbero così di un servizio essenziale che, in caso di mancata adesione, potrebbe vederli costretti a rivolgersi o nella sede centrale del Giudice di Pace a Catania, con gli inevitabili aggravi economici e disservizi che tutto questo comporterebbe, o come detto, a maggiori oneri a carico degli Enti aderenti con possibili contenziosi. “E’ per tutto questo che – conclude il Dott. Zagaglia – un appello accorato e con la certezza di non sbagliare è rivolto ai Sindaci dei Comuni di Fiumefreddo di Sicilia, Calatabiano, Milo, Linguaglossa ed all’eminente commissione prefettizia del Comune di Mascali affinché si facciano in tempi brevissimi tutti gli adempimenti necessari anche per far parte dell’istituendo consorzio dei comuni. I cittadini di questi comuni sicuramente non capirebbero il contrario, mentre sarebbero indubbiamente grati dell’evolversi positivamente di questo ampliamento detto. Un ringraziamento va anche al All’associazione Giarresi Avvocati (A.G.A.), a tutti i consiglieri  comunali  e di maggioranza e di opposizione che hanno avuto un ruolo importante in questa vicenda. Il loro interessamento ora per l’istituendo consorzio sarà  gradito da tutti i fruitori del servizio giustizia”.

Armando Castorina

sabato 8 marzo 2014

“La spazzatura messa a nudo”

Cosa è previsto nel costo della spazzatura oltre al ritiro e allo smaltimento dei rifiuti? Perché paghiamo così tanto? Viaggio all’interno dei  costi della tassa più amata dai Giarresi!

Rappresentazione grafica dei costi per il servizio sui rifiuti
La proposta di deliberazione n°52 del 23/09/2013 ha determinata l’ammontare della tariffa TARES 2013. Ricordiamo che la TA.R.E.S. è la TAssa sui Rifiuti Ed i Servizi, attraverso il quale l’Ente comunale chiede ai cittadini di contribuire per coprire il costo per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e per mantenere il decoro nelle strade. La nuova tassa, che ha preso il posto della TA.R.S.U. – Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani – prevede infatti che il cittadino, oltre a pagare la quota per la copertura dei costi per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, partecipa, dallo scorso anno, pure alla copertura dei costi per i  servizi cosiddetti “indivisibili” (pubblica illuminazione, polizia locale, anagrafe, la manutenzione del verde pubblico e delle strade) di cui 30 centesimi al mq, riservati allo stato. (introdotta dall’art. 14 comma 13 D.L.201/11). Il costo sostenuto per la fornitura del servizio nell’anno 2013 è stato di ben 5.670.000,00€ (+17% rispetto al 2012) ed è così composto: costi di spazzamento e lavaggio strade ed aree pubbliche € 589.848,50, costi di raccolta e trasporto Rifiuti Solidi Urbani € 757.547,31; costi di trattamento e smaltimento Rifiuti Solidi Urbani € 988.932,01; altri costi € 505.032,77; costi della Raccolta differenziata € 1.514.762,40; costi del trattamento e riciclo € 60.677.07; personale € 411.907,81; acquisti di beni di consumo € 4.550,00; quote inesigibili € 538.994,18; interessi passivi € 11.341,44; costi d’uso del capitale € 105.754,80; agevolazioni e riduzioni € 100.000,00. 
Il dettaglio dei costi sul servizio dei rifiuti
Leggendo tali somme e rapportandoli con il servizio ricevuto dalla città, forse è lecito indignarsi un po’? Sorprendono parecchio gli oltre 589.000 euro  per la pulizia ed il lavaggio delle strade, specialmente se consideriamo che sono escluse dal capitolato le aree periferiche della nostra cittadina e che in alcune strade sono presenti sporcizia di ogni genere, sterpaglie e cespugli, compresi arbusti che sono diventati alberi sui bordi delle carreggiate. Nel computo sono previsti anche oltre 1.500.000,00 euro per la raccolta differenziata ed oltre 60.000 euro per il  riciclo; chiunque si chiederebbe: “Ma quale raccolta differenziata se da oltre un anno non si fa, nonostante che qualche responsabile dell’ATO in liquidazione abbia dichiarato diversamente?”. Forse il dato raggruppa il costo per la raccolta e lo stoccaggio degli ingombranti? tra l’altro tale servizio, ad un certo punto del 2013, è stato pure sospeso! Forse si riferisce a qualcos’altro e che al cittadino comune sfugge? Fatto sta che nel tentativo di fare chiarezza, analizzando i costi del servizio, vengono fuori altre domande a cui non è semplice sempre avere delle risposte. Per questo motivo torneremo sull’argomento.

Armando Castorina

sabato 1 marzo 2014

I residenti di contrada Rovettazzo dovranno ancora "arraggiarsi"?

Giunge l’attesa risposta da parte dell’amministrazione ai residenti dell’area ma non si conoscono ancora i tempi certi per la risoluzione dei loro problemi.

Una fossa senza recinzione che avrebbe dovuto accogliere un palazzo
Una vecchia segnalazione presentata presso l’ufficio protocollo del Comune di Giarre dai residenti di via Damiani Lanza e via Rovettazzo risalente al 16 maggio 2012 è approdata in consiglio comunale lo scorso 12 dicembre u.s. per voce del consigliere comunale Patrizia Lionti appartenente al gruppo politico “Città Viva”.  Il consigliere comunale, ribadendo l’assenza di risposta da parte della precedente amministrazione comunale guidata dall’allora Sindaco Sodano, si è fatta portavoce delle richieste dei cittadini che lamentano ancora – come si legge dal documento presentato durante l’attività ispettiva – “la mancanza di segnaletica orizzontale e verticale, l’insufficienza di cassonetti per il conferimento dei rifiuti, la massiccia presenza di erbacce e rovi di estese dimensioni e la conseguente e assoluta mancanza di pulizie delle vie”. 
L'insufficiente ed approssimativa segnaletica verticale
Il documento redatto dai residenti, si segnalava “inoltre, lo stazionamento di mezzi pesanti di grosse dimensioni, che nello svolgere operazioni di carico scarico delle merci, hanno provocato evidenti danni al manto stradale e alle annesse grate per la raccolta delle acque piovane e ciò – unitamente alla mancata pulizia dei tombini che, ormai intasati, non raccolgono efficientemente l’acqua piovana – causa, così, un pericoloso allagamento delle strade”. Ed ancora, la presenza di “una pseudo siepe, le cui dimensioni sono tali da impedire la visuale sia agli automobilisti che ai pedoni che attraversano entrambe le parti della carreggiata; dell’esistenza di un enorme scavo, non adeguatamente protetto per evitare pericoli, e di un serbatoio di accumulo d’acqua per uso cantiere, mai utilizzato e lasciato incustodito che, è anche causa dell’insalubre proliferazione di zanzare ed insetti vari”. Si denunciava inoltre l’assenza di controlli e vigilanza da parte della polizia locale.

I residenti costretti a tagliare da sé alberi cresciuti sul margine della careggiata
L’attività ispettiva sollecitava l’amministrazione comunale “ad intervenire con prontezza e con modalità adeguatamente risolutive” anche perché in tutti questi anni (le prime segnalazioni risalgono già all’anno 2003) i residenti hanno dovuto autonomamente, e a proprie spese, arginare gli effetti sorti a causa dell’incuria, senza poter intervenire sulle cause: hanno tagliato alberi cresciuti ai margini della carreggiata, tagliato i rovi che infestavano i marciapiedi, provveduto  alla derattizzazione e alla bonifica delle aiuole abbandonate! Lo scorso 18 febbraio è arrivata finalmente la risposta all’attività svolta dalla consigliera di “Città Viva” firmata dall’attuale Sindaco Bonaccorsi il quale allega una nota a firma del tecnico capo servizio Rompineve e di Russo, dirigente della IV area. 

Le siepi sono ormai troppo alte ed ostacolano la vista 
A proposito della mancanza di segnaletica stradale si legge che la manutenzione compete agli uffici preposti “facenti parte a quest’area in base alle risorse annualmente disponibili e alla programmazione collegata per l’intero territorio comunale. Resta inteso che in mancanza di provvedimenti, la materia è regolata dal codice della strada”. In merito all’insufficienza di cassonetti l’ufficio rimanda al rientro a regine del servizio di raccolta dei rifiuti che avverrà “nel momento in cui si svolgerà la nuova gara per il servizio ambientale e quindi la localizzazione dei nuovi preside di raccolta”.

La villetta pubblica abbandonata di via Marianna Coffa
"Per quanto attiene ai danni alle grate di raccolta acque piovane – si legge ancora sulla nota – si è accertato, a seguito sopralluogo, che le stesse in atto non costituiscono pericolo per la pubblica incolumità, mentre la mancata pulizia (intasati da materiale vario), si fa rilevare che tutta la zona edificata, facente parte di un piano di lottizzazione, è stata dotata della rete per lo smaltimento acque meteoriche, che in atto non è allacciata ad alcuna rete primaria perché inesistente nella zona”. "Per quel che attiene alle siepe lungo lo spartitraffico di via Rovettazzo, sarà cura di quest’Area provvedere in tempi adeguati, alla sua manutenzione”. Infine circa il controllo e la vigilanza del territorio, ovviamente si legge che spetta alla Polizia Locale”.

In via Lanza rovi invadono i marcipiedi ed i cassonetti risultano insufficienti
Il documento consegnato alla consigliere Lionti non risponde tuttavia in  merito ai rovi che, provenienti dagli attigui terreni, invadono i marciapiedi e che possono provocare, come avvenuto già nel passato, lo scoppio di incendi; niente viene detto in merito al profondo scavo non recintato presente ai margini della via Rovettazzo; nessun riferimento si fa rispetto al serbatoio d’acqua, lasciato incustodito, che è causa del proliferare di insetti vari. E’ chiaro che  probabilmente vi è una responsabilità dei privati verso tutti gli altri aspetti per il quale l’ente non risponde, ma è altresì vero che, in presenza di un pericolo per la collettività, dovrebbero intervenire gli amministratori comunali attraverso il personale addetto e sollecitare l’eliminazione dei pericoli, prima con le apposite determine e poi, qualora non bastassero, con interventi mirati e diretti ai privati inadempienti, compreso quello di intervenire con mezzi propri del comune ed addebitare poi i costi al cittadino.  Detto questo una  cosa è certa su tutte: stante la risposta le aspettative dei residente dovranno ancora attendere prima di essere accolte. 

Armando Castorina

Articolo pubblicato sul Gazzettino del 01 marzo 2014, disponibile anche sul Gazzettino On line